Remco EVENEPOEL. 10. Conquista tutti i punti in palio per la maglia a pois e se l’assicura matematicamente. Già che c’è, va a vincere a suo modo la terza tappa di questa Vuelta, successo numero 14 in stagione. Mortificato da una bambola clamorosa di mezz’ora sul Tourmalet, cerca di dare un senso a tutto andando all’attacco a più riprese per ricordare a tutti di che pasta è fatto, per ricordare a sé stesso che lui ha i numeri per fare qualsiasi cosa. A proposito: oggi fa 50, vittorie!
Damiano CARUSO. 9. Arriva a 4’45” dal fenomeno belga, ma il suo piazzamento d’onore gli fa onore. Fa fare un gran bel salto in avanti alla sua Bahrain per quanto riguarda la classifica a squadre. Damiano fa il suo, e lo fa benissimo. Lotta come un leone, ma per usare le sue parole, in certe giornate «Remco va come una moto», anche se Damiano piano non è andato.
Andreas KRON. 7. Il 25enne danese della Lotto Dsny fa podio in una tappa contraddistinta dalla fuga di giornata con il principe belga. Quando Remco è in certe situazioni, si corre per il secondo posto e lui arriva terzo.
Juan AYUSO. 6,5. Tanta testa, tantissima voglia per questo ragazzo, ma le energie ormai sono quelle che sono. Vorrebbe spaccare il mondo, ma alla fine si limita a non farsi male.
Sepp KUSS. 8. Ci siamo, ormai ci siamo, la Vuelta è lì da cogliere. Guadagna qualcosa su Vingegaard, che nel finale concede qualche secondo, e Primoz si mette il cuore in pace. Scelta del Team? Scelta dei due compagni di squadra che vedono Sepp bello reattivo e sul pezzo. Semplicemente oggi l’americano è inattaccabile, difatti nessuno lo attacca.
Robert GESINK. 10. Oggi tira per tre, per quei tre. Si spolmona come pochi. Mette il pilota automatico e va, sereno e pacifico, anche se temo che rimpianga quando Sepp Kuss faceva il gregario e si sobbarcava parte del lavoro.
Antonio TIBERI. 8. Anche oggi non si risparmia e fa il suo, un po’ per tutti. Soprattutto per sé stesso, con la speranza che qualcuno abbia visto e preso nota: questo ragazzo ha stoffa, vediamo di non usarlo come carne da macello.
Egan BERNAL. 7. Al colombiano della Ineos Grenadiers si accodano immediatamente Julien Bernard (Lidl Trek) e Lorenzo Germani (Groupama FDJ). Sono loro i primi a prendere il “treno” giusto. A loro, successivamente, si agganciano il solito Remco Evenepoel (Soudal QuickStep), Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Lewis Askey (Groupama FDJ), Nico Denz (Bora Hansgrohe), Andrea Piccolo (EF), Imanol Erviti (Movistar), Max Poole (DSM), Hugo Hofstetter (Arkea Samsic), Paul Ourselin (Total Energies), Jarrad Drizners e Andreas Kron (Lotto Dstny). Questa è l’azione che condizionerà gran parte di una tappa tutt’altro che semplice. In ogni caso Bernal ci prova, si butta, prova a stare là il più possibile, alla fine è settimo. Una lenta risalita, lenta e incoraggiante. Avanti così!
Geraint THOMAS. 7. È tipo che non le manda a dire e questa mattina, dice: «Sepp Kuss meriterebbe più rispetto da parte della Jumbo Visma». Lo hanno ascoltato?
Giro di SPAGNA. 5. Una cosa è chiara: a Vingegaard garba molto Kuss e un po’ meno Roglic. Al “re pescatore” va benissimo che sia l’americano a vincere la corsa iberica e un po’ meno lo sloveno. La Jumbo Visma con il proprio comportamento dice inequivocabilmente il valore del Giro di Spagna: a noi va bene che lo vinca anche il nostro terzo uomo.