Wesley Kreder, 32enne corridore olandese ha avuto un problema cardiaco a casa sua due settimane fa. In stretta collaborazione con lo staff medico del team Cofidis, è stato sottoposto a una serie di test in un ospedale di Eindhoven: se la sua situazione è stabilizzata e sotto controllo, è ancora troppo presto per pensare al resto della sua carriera.
Sollievo dopo il grande spavento. Nella notte tra il 28 e il 29 agosto, Wesley Kreder ha avuto un problema cardiaco a casa. Sua moglie e i suoceri, che erano presenti, gli hanno fornito i primi soccorsi prima che fosse rapidamente trasferito al Catharina Hospital di Eindhoven, dove è stato ricoverato d'urgenza.
Wesley soffriva di miocardite, un'infiammazione del muscolo cardiaco. È rimasto sotto osservazione in ospedale per diversi giorni e il 6 settembre ha potuto tornare a casa. La sua salute continua ad essere monitorata da un cardiologo e dai medici del team Cofidis. Se è ancora troppo presto per parlare del prosieguo della sua carriera sportiva, è stato deciso, insieme allo staff, di terminare la sua stagione in modo che possa recuperare al meglio. Tuttavia, la sua motivazione per tornare ai massimi livelli è intatta e Wesley dovrebbe gradualmente tornare al ciclismo entro una o due settimane per brevi uscite.
«Sono andato a letto normalmente il 28 agosto e il giorno dopo mi sono svegliato in ospedale. Era davvero strano trovarmi lì, a chiedermi cosa fosse successo e perché fossi arrivato a questo. Sono rimasto diversi giorni in ospedale per affrontare una serie di test e recuperare bene prima di tornare a casa. Ora mi sento bene, è difficile pensare di aver avuto un infarto due settimane fa. Ho iniziato a camminare fuori, continuo a riposare, a prendermi cura dei miei due figli (6 e 2 anni). Ho ancora bisogno di tempo per il mio recupero. Ma i medici non hanno detto che non posso tornare in sella a una bici e spero di poterne guidare una nelle prossime settimane. D'altra parte, è troppo presto per parlare già del futuro. Vorrei ringraziare profondamente i miei cari, la mioa compagna e i miei suoceri in particolare, e le équipe mediche che mi hanno curato. Grazie anche allo staff del team Cofidis e a Cédric Vasseur che sono sempre stati al mio fianco e mi accompagnano in questi momenti difficili. Attualmente l’obiettivo non è quello di pensare alle gare ma di recuperare bene e divertirsi. Sono così felice di vivere!».