A quasi tre mesi da quel 15 giugno in cui Gino Mäder trovò la fine della sua vita nella discesa dell'Albula, nel "suo" Giro di Svizzera, la madre Sandra ha rilasciato un'intervista al Südkurier. «Non ero presente in quella quinta tappa perché ero a un evento per lavoro - racconta la donna - e non so perché, avvertivo strane sensazioni. Pensate che quando qualcuno mi chiese se Gino avrebbe corso il Tour de France risposi "Non possiamo ancora dirlo con esattezza, in questo sport basta una caduta per stravolgere i piani." Già, dissi proprio così!»
La signora Sandra, detta affettuosamente "Heidi", ha affidato al giornale tedesco il racconto dei tragici momenti: «L'unico segno ben visibile era un taglio sopra la guancia, ma i danni cerebrali erano gravissimi e Gino non avrebbe potuto più respirare autonomamente. Quando il medico mi disse che mio figlio non sarebbe stato in grado nemmeno di dire "mamma" e che sarebbe rimasto in quello stato per sempre, senza poter né parlare né camminare, capii che io e mio marito Andreas dovevamo solo scegliere quando e se staccare le macchine che lo tenevano in vita... Se ci sono dei colpevoli? Non credo, purtroppo nel ciclismo certe cose possono succedere: il destino ha voluto che mio figlio morisse in quella circostanza.»