L'uomo che non ti aspetti, il 35enne Geoffrey Soupe, che in carriera aveva vinto solo alla Tropicale Amissa Bongo, ha regalato ieri alla Total Energies una gioia immensa: la vittoria della settima tappa della Vuelta a España. «Incredibile per me e per la squadra, pensate che io nemmeno la dovevo correre questa Vuelta! - ha dichiarato con aria quasi incredula nell'intervista ufficiale a Oliva - Sono venuto qui al posto di Vuillermoz, caduto al Tour de l'Ain, e mi ritrovo a vincere persino una tappa: di base non sono adatto a finalizzare negli arrivi veloci, in carriera ho fatto soprattutto da ultimo uomo a Bouhanni e qua in Spagna lo sto facendo per Van Gestel. Oggi però il finale era convulso tra cadute, vento e curve strette, lui non era lì e allora ho colto l'attimo giusto per approfittarne: nella svolta a sinistra ho frenato un attimo prima per farla all'interno ed evitare incidenti, e in uscita da essa ho spinto al massimo per creare il buco e... sperare di non essere ripreso. Davo per scontato che chi veniva da dietro sarebbe riuscito a superarmi, che sensazione invece vedere che alla fine sono riuscito a tenere la mia ruota davanti, davvero straordinaria.»
Parlando con ancora tanta adrenalina in corpo alla tv francese, e quel tantino di confidenza in più dato dai media e dalla lingua di casa sua, Soupe ha aggiunto: «Lavoriamo duramente tutto l'anno per appuntamenti come questo, ieri (l'altroieri, la frazione del Pico del Buitre, ndr) era stata una giornata "di m..." perché non stavo bene a causa degli sbalzi di temperatura e altitudine, l'indomani invece eccomi in condizione di poter sprintare così. Ammetto che a 35 anni non ci speravo più di poter vincere una tappa in un grande giro.»
Il n'est jamais trop tard, cher Geoffrey
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