Ogni tanto si torna a casa. E così anche la Eolo Kometa, periodicamente rientra a Bormio, dove il progetto è partito 10 anni fa. Ad accogliere i 19 ciclisti patron Giacomo Pedranzini, il sindaco Silvia Cavazzi e Gigi Negri, deus ex machina delle 2 ruote in Valtellina.
Un'accoglienza calorosa e al contempo sobria, come si addice alle celebrazioni di montagna, con la squadra schierata nella centralissima piazza del Kuerc per un incontro con i tifosi.
Tanti i motivi per questo rientro alla base, con un insolito ritrovo al gran completo a stagione in corso. Un momento in cui celebrare i successi 2023 e ripartire per la 2^ parte dell'anno.
La passione per il ciclismo è cresciuta negli anni per Pedranzini che ne ha sempre riconosciuto una serie di valori inseriti in un contesto territoriale è sempre più vocato alla bike economy.
L'imprenditore a Bormio è nato e cresciuto, prima di lasciarla per Milano e gli studi e per una partentesi ben più ampia con l'avvio dell'attività imprenditoriale a Kaposvar, in Ungheria dove è sorto un sito produttivo imponente e tecnologico. Un imprenditore tutto d'un pezzo, la cui parola vale ancora come un contratto. Una famiglia che ha comunque mantenuto salde radici con la valle e che ama definirsi agricola e che solo poche settimane fa ha effettuato il 64° carico dell'alpeggio dei Forni. Sono varie le attività che si sviluppano comunque nell'area montana, con sempre nuovi investimenti, come la latteria appena sorta alle porte del paese.
Sono 3 i filoni che hanno portato Kometa a sposare il team ciclistico. “In effetti è così – racconta Pedranzini – non abbiamo la forza di certe multinazionali e quindi, sin da subito, si è puntato sui giovani. Crediamo fermamente nei valori che comunichiamo tramite il ciclismo, altrimenti non lo avremmo scelto. Ci piace come sport e come produttori di cibo, per la responsabilità che ci portiamo dietro, la promozione degli stili di vita attivi sono il naturale complemento. Sana nutrizione, l'honest food, e stile di vita attivo concorrono ad una società in salute che è un obiettivo fondamentale per la nostra società. Questi valori, abbinati alle belle vittorie ottenute, ci portano a credere nel ciclismo. Se noi ci pensiamo, il nostro corpo è il bene più prezioso che abbiamo. Spetta a noi preservarlo con delle accortezze”.
Honest food inserito in un contesto di honest cycling, l'assonanza che viene quasi spontanea. “Parlo di quello per cui ho competenza. Sicuramente anche grazie a questa squadra crediamo che honest food, il ripensamento della filiera agro alimentare, possa portare ad un ripensamento del mondo del ciclismo in Italia. Siamo stati per anni al vertice del movimento internazionale, dominando, e negli ultimi 20 anni abbiamo perso competitività. Fortunatamente ci sono ancora persone come Ivan Basso, i fratelli Contador che cercano ancora di resistere tenendo alta la bandiera. Servirebbero altre iniezioni di fiducia”.
Pedranzini spiega anche quanto sia stato importante il ciclismo nella promozione internazionale del brand. “Sicuramente ci ha aiutato a farci conoscere. La valutazione è positiva, per di più con una squadra che promuove dei valori particolari. Da quando questo progetto è nato ha puntato sui giovani e poi ha questo legame con la Valtellina”.
L'azienda ha contribuito alla rivoluzione a pedali del territorio. “Il treno probabilmente era già partito, ma ci piace pensare di aver contribuito al cambiamento ed alla crescita del turismo in bici in Valtellina. Negli ultimi 6-7 anni comunque abbiamo fatto la nostra parte. Comunque siamo felici del fatto che ora quote di mercato turistico bici – sci sono ripartite al 50%”.
Una terra che seppure meravigliosa, è sempre stata difficile da affrontare, soprattutto per chi praticava l'agricoltura. “Un'agricoltura che definirei eroica, che ben si abbina al ciclismo eroico, qui c'è stata l'impresa di Fausto Coppi del 1953 e altre. Vogliamo pensare ad un futuro ottimista”.
Pedranzini dice di non aver tempo uscire in bici, qualche rara escursione in ebike, ma sicuramente ha sviluppato una passione importante per il team.
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