GIRO DONNE. QUEI SEGNALI CHE ARRIVANO DALLA FRANCIA E NOI NON POSSIAMO IGNORARE

DONNE | 11/06/2023 | 13:05
di Pier Augusto Stagi

Quello che è successo in Francia, sui Pirenei, riguarda tutti: anche e soprattutto noi. Noi che tra poco meno di un mese saremo chiamati a organizzare un Giro d’Italia che rappresenta molto per il ciclismo femminile italiano e mondiale e tantissimo per la credibilità del nostro movimento. Non giriamoci tanto intorno, arriviamo-arriveremo alla sfida rosa con le gomme sgonfie, con mille e più problemi di varia natura. Le squadre sono già sul piede di guerra per i premi dello scorso anno non ancora corrisposti e una marcia di avvicinamento che è chiaramente sotto traccia, taciuta e nascosta, anziché essere proposta al mondo. La PMG di Roberto Ruini fa quello che può, dopo non aver ottenuto dalla Federciclismo il prolungamento di un contratto per almeno altri cinque anni, che avrebbe garantito a PMG ossigeno e linfa vitale.


In ballo c’era Infront che avrebbe garantito risorse a Ruini, a fronte di un programma importante e imponente, che andava dall’organizzazione del Giro Femminile a quello degli Under23, per finire a tutte le corse professionistiche non sotto l’egida Gazzetta, che sarebbero state prodotte televisivamente e distribuite nel mondo. Il tutto condito da un buonissimo ritorno in termini economici a beneficio della Federazione, che avrebbe incassato proventi da Infront (dai 200 mila euro il primo anno a salire fino a 500 mila euro).


La Federazione ha scelto Rcs Sport, che è indiscutibilmente leader tra gli organizzatori mondiali, ma ha di fatto rafforzato fortemente il Gruppo Cairo e messo in difficoltà il resto del gruppo (leggi sotto la voce altre corse professionistiche). Ottenendo, tra l’altro, una sorta di resa-attiva da parte di Roberto Ruini, che sapendo di organizzare il Giro Donne per l’ultima volta, la farà con il minimo sforzo, con il minimo delle risorse, mettendo a rischio il sistema e forse anche l’intesa Rcs Sport-Federazione.

Se il Giro Donne di quest’anno dovesse essere organizzato così così, senza una produzione televisiva adeguata e ancora in forse (potrebbe essere la Federazione stessa con un esborso di circa 700 mila a sistemare le cose), con alberghi e sicurezza non all’altezza, allora la manifestazione rischierebbe davvero di essere retrocessa dall’Uci, e se ciò accadesse, l’Amministratore Delegato nonché direttore Generale di Rcs Sport Paolo Bellino, potrebbe anche decidere di chiamarsi fuori, anche perché avrebbe comprato una cosa, per poi trovarsene tra le mani un’altra. Se il Giro Donne dovesse essere declassato, l’accordo andrebbe perlomeno rivisto.

Insomma, dalla Francia e dai Pirenei arrivano dei segnali forti e chiari, che non possono essere ignorati da noi: non ce lo possiamo nemmeno permettere.

 

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COMMENTI
Giro donne ......io credo salti tutto
11 giugno 2023 13:45 mimandapicone
Io non ci credo, da tempo aspettiamo, cosa ci sia sotto non si sa , ma il pericolo è grande, in più complicato con il fatto organizzativo di andare in Sardegna, roba da matti, per complicare la vita a tutti, premi corsa da cicloturisti , ridicoli, altro che sviluppo del ciclismo femminile.

Concordo
11 giugno 2023 13:46 alpi31
Giusta osservazione da anni L organizzazione di corse femminili in Italia è indietro anni luce rispetto ciò che accade nel resto dell Europa sotto tutti i punti di vista soprattutto la sicurezza per esempio in Spagna nelle loro corse hanno L appoggio di almeno 40 moto moto della guardia civil è una decina di auto e strade completamente chiuse al traffico. In Italia non succede giro compreso

Articolo a pro di chi?
11 giugno 2023 14:52 Bullet
Non capisco il raffronto con una realtà diversa per mettere le mani avanti a favore di Rcs e alludendo a possibili comportamenti poco corretti di chi organinizza il Giro donne prossimo venturo. Mi ricorda le partite di calcio dove il giornalista che propende per una parte fa un articolo sul possibile "biscotto" della squadra avversaria...che brutto..

Emmbe'
11 giugno 2023 15:31 andy48
Inutile fare discorsi sui massimi sistemi. Se non ci sono i soldi, se insufficenti sono le capacita e la volonta' organizzative, se mancano gli sponsor, se l'interesse del pubblico e' a dir poco timido, ebbene si chiude.

La semplice verità
11 giugno 2023 16:05 pickett
Il ciclismo femminile,in Italia(e non solo in Italia),interessa a pochissima gente,nonostante ce lo vogliano imporre a tutti i costi.

Giro
11 giugno 2023 18:02 alerossi
Già nel 2021 fu retrocesso dal wwt a causa della mancata diretta tv, e quest'anno non è sicuramente messo bene. Nonostante abbiamo le ragazze migliori al mondo dopo le olandesi il ciclismo femminile fa fatica a prendere visibilità in italia.

Pickett
12 giugno 2023 08:41 GianEnri
Sacrosanta verità

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