Una mano aspra di vernice grigia ha provato in questi giorni a cancellarlo del tutto, quel “W SARONNI” vergato in bianco sulla
campata del Ponte della Ferrovia sull’Appia, fra Sessa Aurunca e il Garigliano, direzione fatale di “una giornata al mare”. E appare quasi un vilipendio allo sport e all’affetto popolare, per chi da 40 stagioni conta con la parola di ordine di quella scritta le sue estati. E anche la memoria di Giuseppe Saronni in materia, mirabilmente attuale, ci viene quasi in soccorso.
Certo, fra le migliaia e migliaia di scritte in suo onore sulla strada, Saronni, campione del mondo del 1982 e vincitore di due Giri, nel '79 e nel '83, non poteva mica averla notata di fatto pure questa, in Campania, nella tappa Salerno - Terracina del Giro 1983. Lui, Saronni, dorsale 41, che era pure il leader della corsa, non poteva concedersi la distrazione di guardare in alto, con gli avversari, da Silvano Contini a Roberto Visentini da controllare stretti.
Eppure Giuseppe Saronni, una ventina di anni dopo, si sarebbe incantato di quel “W SARONNI“ a casa nostra, quasi invaghito. A metà anni 2000, infatti, nel ruolo di general manager del team Lampre/Saeco, sarebbe più volte con il suo gruppo venuto in ritiro invernale da queste parti, prima a Terracina, al 'Fiordaliso' e poi giusto a Marina di Minturno, al 'Postiglione', buen retiro ideale. E il percorso di allenamento, per quel gruppo storico che allineava Simoni e Cunego, e pure i campani Figueras e Commesso, era disegnato per intero sulle colline degli Aurunci, sui rettilinei dell’Appia e sull’asperità del vulcano di Roccamonfina. Percorsi stimolanti, da affrontare in bicicletta a gennaio, con freddo, ma non pioggia, e spesso sole, sull’entroterra degli aurunca litora.
E così, ogni giorno, due volte al giorno, andata e ritorno sull' Appia, quel fatidico “W SARONNI“ in alto sul Ponte per il nostro ex campione era diventato un gradito ritorno indietro nel tempo, ed una emozione pura.
Ci raccontava Saronni come quella scritta voluta per il passaggio in zona dagli appassionati di Sessa, dal Sindaco Nando Tommasino, e da tanti sportivi che ricordano il passaggio della corsa rosa in quella giornata, da Pietro Perrotta a Bernardo Mazzeo, da Emilio Galletta a Giulio Gramegna, avesse una valenza particolare, in relazione al suo momento sportivo.
Per lui, il 1983 era infatti l’acme del successo popolare: indossava la maglia iridata conquistata a settembre a Goodwood ed aveva iniziato la stagione vincendo in solitaria la Sanremo. E tutti giustamente, lo aspettavano al trionfo al Giro, come poi sarebbe avvenuto, e la maglia iridata sollecitava striscioni e applausi ad ogni curva. E quel “W SARONNI” siglato sul Ponte della Ferrovia di Sessa, davvero se lo meritava tutto, come un titolo regale, e così cubitale.
Un “W SARONNI” che spazzava davvero l’eventuale antitesi degli storici avversari di Moser, per ritornare ad una emblematica querelle. Nell’Italia intera, mica solo in Campania.
Ed oggi, ne parlavamo con lui, questa rimozione in atto di un graffito che è entrato nell’immaginario (concreto) territoriale, fa un po' male, dispiace. «Vede, mi raccontano ancora di scritte che inneggiano a me, tuttora visibili sull’asfalto. Ma la scritta su un ponte ha tutto un altro spessore. Sembra più “alta”, più significativa, meno labile» dice.
E ci affida così una proposta che facciamo vostra. «Si completi ovviamente il debito lavoro sul Ponte ferroviario, ci mancherebbe altro. Ma suvvia, che costerà al termine poi riscrivere un “W SARONNI” in bianco nuovamente, per onore e rispetto del passato condiviso?».
«A menochè, ma non ci credo, le maestranze delle Ferrovie al lavoro in quella tratta non siano tifosi di Moser. Ma io spero vivamente nel loro ravvedimento...”.
E allora “W SARONNI“, almeno lassù, sull’Appia da Sessa Aurunca verso il Garigliano, strada facendo per sempre.
da Il Mattino, ed. Caserta, 5 giugno 2023