Primoz Roglic finalmente ha alzato il suo Trofeo senza Fine, simbolo del vincitore del Giro d’Italia. Il campione sloveno era emozionato e allo stesso tempo sereno per come ha conquistato la corsa.
«E’ stato indescrivibile quello che ho provato ieri e posso dire che saranno ricordi indelebili per me. E’ stato tutto speciale». Ieri Roglic ha ribaltato la classifica generale conquistando la cronoscalata sul Monte Lussari. I colpi di scena non sono mancati: lo sloveno ha avuto un salto della catena ed è dovuto scendere dalla bici per sistemarla, perdendo secondi importanti. Ad aiutarlo è arrivato anche un tifoso speciale che in quel momento si trovava a bordo strada. Si tratta di un ex compagno di squadra di Roglic ai tempi del salto con gli sci.
«Si è vero il ragazzo che mi ha aiutato a ripartire durante la cronometro era un mio ex compagno di squadra nella nazionale di sci. Abbiamo vinto insieme il Mondiale juniores nel 2007 e siamo stati anche compagni di camera. All’inizio non lo avevo riconosciuto ed è incredibile che si trovasse al posto giusto al momento giusto».
La carriera di Roglic non è sempre stata facile e le difficoltà non sono mancate. Era il 2020 quando dopo la cronoscalata a La Planche des Belles Filles lo sloveno ha dovuto consegnare la sua maglia gialla a Tadej Pogacar. «Ogni volta ci sono nuove sfide, nel 2020 abbiamo attraversato un momento terribile su La Planche des Belles Filles, ma bisogna andare avanti è una metafora della vita e bisogna sempre imparare e migliorarsi. Questo è stato un Giro di alto livello e a me piace correre e competere con gli altri anche se non mi sento invincibile, ma questa stagione posso dire che è andata bene».
Il campione della Jumbo-Visma ha 33 anni e nel gruppo è uno dei corridori con maggiore esperienza e per questo si sente un po’ vecchio rispetto a questi giovanissimi che iniziano a vincere appena diventano professionisti. «Quando invecchi cresci e tutta la vita è così ed è sempre piena di emozioni. E’ stato bello vedere i miei compagni di squadra così al mio fianco, sono una parte importante della mia vita. Abbiamo raggiunto insieme qualcosa di incredibile e adesso dobbiamo decidere insieme come celebrarlo».
La Jumbo-Visma in questa stagione vuole vincere tutti e tre i grandi giri. Per il momento ha conquistato la corsa rosa e poi cercherà il successo anche al Tour e alla Vuelta. Roglic ancora non sa cosa farà dopo il Giro e il suo calendario verrà deciso dopo un periodo di vacanza. «Non so quale sarà il mio programma dopo il Giro e non so se farò il Tour. Certamente questa è una vittoria che mancava nel mio palmares ma adesso penso solo a godermi questo successo».
Per la prima volta Primoz Roglic è venuto a Roma ed è rimasto sorpreso per le antichità lungo il percorso e per il calore del pubblico italiano. Ma lo sloveno è anche convinto che ogni grande giro sia diverso e che le diversità rendono uniche le corse.
«Questa è stata la mia prima volta a Roma ed è uno scenario incredibile, mi sono goduto la tappa di oggi. Ogni corsa e ogni grande giro è diverso. Il Tour e la Vuelta sono diversi dal Giro d’Italia e bisogna correrli tutti per capirli. Sarebbe stato bello avere una gara più facile, perché questo Giro è stato veramente difficile. Ci sono stati tantissimi ritiri e anche io sono caduto e non sono stato benissimo. Poi sono riuscito a riprendermi ed è andata bene. La vita è così».
La vittoria sembrava nelle mani di Geraint Thomas, poi Roglic è riuscito a ribaltare la corsa grazie ad una incredibile prestazione durante la cronoscalata del Lussari. «Ho parlato con Geraint Thomas, siamo amici e dovevamo sfidarci ed è stato bello. Uno dei due doveva prevalere sull’altro perché è così che funziona in gara. Ma questo risultato non andrà ad intaccare la nostra amicizia».