Alberto DAINESE. 10 e lode. Per me era già stato un eroe domenica scorsa, quando aveva concluso la corsa nonostante i problemi fisici (gastroentericte). Una resistenza da grande campione (anche ieri, sul Bondone, ha rischiato grosso). Testa dura e pedalare, soprattutto sprintare, alla grande con grande intelligenza. Parte bene, lanciato da Niklas Märkl che si sposta troppo presto, lui prende tempo, controlla, rifiata e si lancia: zac! Colpo di reni perfetto, per battere di un niente l’attesissimo Milan, ma anche Daino che si fa tigre era atteso: sul palco.
Jonathan MILAN. 7. Parte sempre troppo dietro, deve fare sempre ricorse esasperate e risalite ardite. Va bene prendere la rincorsa, ma così è davvero troppo. Arriva sempre lì, ad un passo dalla vittoria, che però gli sfugge via sempre per una fotografia. Per uno scatto: ritardato. È giovane, ha tutto per migliorare, anche SuperMario Cipollini al suo primo Giro vinse solo una tappa (Mira). Anche Jonathan ha bisogno di tempo: perché anche il tempo della crescita ha le sue tappe.
Michael MATTHEWS. 7. Si butta con coraggio nella mischia, in un arrivo che non è propriamente per lui, anche se nella terza settimana è giusto provarci. Lui ci prova e perde per un niente. Fa niente.
Niccolò BONIFAZIO. 7. Lotta come un gladiatore, sempre e comunque. Un Nicolò in formato “universale”: solo da applaudire.
Simone CONSONNI. 6,5. Perde l’attimo, ma per un attimo è lì.
Fernando GAVIRIA. 6. Non è al meglio, diciamo che si porta sulla pelle e nei muscoli un Giro non fortunatissimo. È già bravo a essere ancora una volta lì. È bravo ad essere ancora qui.
Andrea PASQUALON. 7. L’uomo tuttofare fa e protegge Jonathan, che un po’ lo perde, che fatica a stargli a ruota. Fa quello che può, ma lo fa bene.
Mark CAVENDISH. 5,5. Ad un certo punto si posiziona alla ruota di Milan, poi lo perde. Perde.
Charles QUARTERMAN. 7. Charlie ha 24anni e viene da Oxford, conosciuta nel mondo per le sue prestigiose università. Un po’ come il Giro d’Italia, che da sempre è uno degli atenei ciclistici più apprezzati nel mondo. Il ragazzo della Corratec è venuto qui per fare il suo bel master.
Senne LEYSEN. 8. Il 27enne fiammingo è figlio d’arte, guidato a regola d’arte da papà Bart, che negli Anni Novanta ha militato nella Lotto e nella leggendaria Mapei. Anima la fuga di giornata Senne, che per certi versi è scontata, ma a lui e Thomas Champion (Cofidis), così come a Diego Pablo Sevilla (Eolo Kometa) e a Charlie Quarterman (Corratec Selle Italia), non regalano proprio nulla. Anzi, lui è quello che si arrende per ultimo, a 5 km dal traguardo. Per Senne 186 km di fuga. Per loro, per lui, una giornata molto calda non solo dal punto di vista meteo.
Ilan VAN WILDER. 2. È rimasto solo in corsa con Pieter Serry: due corridori che fanno una squadra. Loro non si scompongono, soprattutto il 23enne ragazzo di Jette che un anno fa, alla Vuelta, è stato fondamentale nel successo finale di Remco Evenepoel. Studia da grande Ilan, e in questo finale di Giro ha tutto per finire con i grandi. Due uomini fanno una squadra, questi due scriveranno un pezzo di storia.