CORT Magnus. 10 e lode. Regala alla EF un’altra tappa: dopo quella del bimbo prodigio Ben Healy, la sua. Vittoria piena, vera e autentica, dopo una giornata durissima, di grande fatica. Terza vittoria stagionale, prima al Giro d’Italia e con questa entra nel clubbino di quei corridori capaci di vincere almeno una tappa in tutti e tre i Grandi Giri. Corridore tosto e di sostanza: la vittoria di oggi è manifesto.
Derek GEE. 9. Il 25enne corridore canadese della Israel Premier Tech è uno dei tre grandi di giornata. In verità, se a Campo Imperatore la stragrande maggioranza dei corridori aveva deluso le aspettative di tutti, oggi tutti sono da applaudire. Lui, Derek, ancora di più. Perché oggi è protagonista, così come lo era stato a Campo Imperatore: secondo oggi, secondo venerdì.
Alessandro DE MARCHI. 9. È un lottatore, lo sappiamo e ce l’ha ricordato. All’attacco per tutto il giorno con Simon Clarke nella tappa di Napoli, all’attacco oggi, come se non ci fosse un domani. Arriva con le gambe finite e la lingua a penzoloni, ma è da applausi: come sempre.
Mads PEDERSEN. 8. Si vince la volata degli immediati inseguitori. La vince nettamente, lui che con le condizioni al limite della sopportazione ha sempre qualcosa di più degli altri.
Pascal ACKERMANN. 7,5. Che fatica, ma alla fine si porta in albergo un quarto posto di sostanza.
Stefano OLDANI. 7,5. Il 25enne milanese della Alpecin arriva lì, con il meglio del gruppo, dopo una tappa pazzesca, dura e fiaccante.
Jonathan MILAN. 6,5. È bravo perché è lì, con i migliori, ma nella volatina per il quarto posto parte un po’ troppo lungo e forse il gelo si fa sentire nei muscoli, resi duri dalla pioggia battente.
Mark CAVENDISH. 8. A 37 anni si sbatte come un bimbo, lì nel vivo a stringere i denti, quasi fosse un neoprofessionista. In volata fa quello che può, ma non è poco.
Mirco MAESTRI. 7. Regala alla Eolo Kometa l’ennesimo piazzamento nei dieci, per lui, per loro, va già bene così.
Filippo FIORELLI. 7. Anche per il ragazzo della GreenProject Bardiani Csf Faizané un decimo posto che fa curriculum. Che fa morale, nella speranza di tempi migliori, di tempo migliore.
Jay VINE. 6. Vive una giornata no, di grande sofferenza, anche se il suo merito è quello di arrivare in ogni caso alla fine, con un ritardo di oltre undici minuti. Forse rimpiange il ciclismo da camera, davanti ad uno schermo. Esce di classifica, ma è sempre a disposizione della squadra: di Almeida.
Remco EVENEPOEL. 1. Abbiamo scritto e ancora ne scriveremo. L’uscita di scena del Principe di Schepdaal ha fatto discutere, per i tempi e i modi, per come è stato gestita. Non bello per un campione del mondo, per un talento assoluto del nostro sport, per un riferimento ciclistico che era stato accolto in Italia da autentico re. E il disturbo era stato anche accompagnato da un generoso assegno (1 milione di euro, tanto per gradire). Forse era il caso non solo di avvertire gli organizzatori quando ha scoperto di essere positivo al Covid, ma anche di ringraziare.
Alberto BETTIOL. 10. Come i motivi per imprecare il cielo, per prendere la bicicletta e lanciarla addosso al primo che passa, magari proprio al meccanico che attraversa la strada esi blocca fermato dal timore di fare disastri, che puntualmente fa. Ha dieci motivi buoni, forse anche mille, per tirare giù improperi di ogni genere, ma alla fine si limita a fare un gesto di stizza e a gridare “perbacco!”. Premio fair-play: se non è calma olimpica è perlomeno autocontrollo mondiale.
Simone PETILLI. 4. Come i ritiri in corsa, in questa giornata difficile per tutti. Difficile per la pioggia, per il gelo, per una tappa che è un continuo mangiabevi, nel vero senso del termine. Il primo ad alzare bandiera bianca è il lecchese della Intermarché - Circus – Wanty, poi si fermerà anche Aleksandr Vlasov (era 6° nella generale), il russo invisibile che in questa tappa si dissolve, e poi l’olandese Martijn Tusveld (Team DSM), che era terzultimo a quasi due ore dalla maglia rosa e da giorni non stava bene. A casa anche Erik Fetter (EOLO-Kometa).
Domenico POZZOVIVO. 17. Non riparte, come Evenepoel e Mads Würtz Schmidt, vittime del Covid. E come Callum Scotson del Team Jayco AlUla e due atleti della Intermarché - Circus – Wanty: il norvegese Sven Erik Bystrøm e l'estone Rein Taaramäe, per problemi allo stomaco.
ONLUS “Il Mondo che vorrei”. 32. Come le vittime del rogo ferroviario del 29 giugno 2009. Sono passati già 14 anni e ad oggi i responsabili non solo non sono stati puniti, ma nemmeno individuati. Per non dimenticare, ricordiamo.