Al via della sesta tappa tutti aspettano Remco Evenepoel e sperano di sentire dalla sua voce notizie rassicuranti sul suo stato di salute. Ieri il campione del mondo è caduto due volte durante la quinta tappa, prima a causa di un cane scappato dal proprio padrone e poi nel finale a due chilometri dal traguardo, a causa di un contatto con due corridori della Trek-Segafredo. A inveire su corsa, corridori, organizzazione e anche cani, è Patrick Lefevere, il numero uno di Soudal-Quick Step, che intervenuto ad un programma radiofonico, ha esternato tutto il suo disappunto su quanto accaduto al proprio corridore.
«Non ho ancora visto Remco e ho visto le stesse cose che hanno visto tutti – ha tuonato Lefevere ai microfoni di Radio 1 - Prima c'è stato quel cane che si è infilato nel gruppo facendo cadere i corridori. Remco è caduto proprio sulle natiche». La seconda caduta si è registrata a due chilometri dal finale e dalle immagini in diretta si vedeva Remco Evenepoel che, guardando a sinistra, si è spostava verso destra ed è entrato in contatto con due corridori della Trek: Alex Kirsch e Mads Pedersen
Ma la versione di Lefevere mette dei dubbi sulle responsabilità e sulla modalità del secondo incidente.
«Nella seconda caduta avevamo fatto tutto il possibile per rimanere fuori dalla zona di pericolo. Remco andava verso destra e gli uomini Trek (Pedersen e Kirsch, ndr) arrivavano da dietro da destra cercando di andare a sinistra, ma in quel momento le cose sono andate male».
La Trek Segafredo al termine della corsa è andata al bus della Soudal-Q uick Step per sapere come stesse Remco, ma anche loro hanno dovuto attendere il comunicato della squadra giunto nella serata di ieri.
«Non sono una giuria o un arbitro, ma quello che ho visto è che il primo corridore della Trek (Pedersen, ndr) lo stava già toccando. Remco è riuscito a rimanere in piedi, ma quando il secondo uomo (Kirsch, ndr) lo ha colpito, è tutto finito».
Levefere ha tenuto a precisare che non vuole accusare nessuno, perché non è questo il suo compito, ma ha voluto sottolineare altre problematiche, che a suo avviso andrebbero corrette.
«La squadra martedì non ha avuto problemi, ieri siamo stati davvero bene. Conosciamo bene questa regione, perché in passato si sono già verificate cadute simili. Sarebbe stato più intelligente da parte dell'organizzazione neutralizzare gli ultimi 20 o 10 chilometri di ieri per evitare un altro scempio».
Per fortuna nonostante una contusione al fianco destro e una botta al bacino, Evenepoel partirà per la sesta tappa che avrà come scenario la città di Napoli e suoi dintorni, ma Lefevre non ha mezze parole e pensa a Remco Evenepoel, che oggi correrà sicuramente con diversi dolori.
«Vedremo come andrà, non sarà certo una corsa facile. L'intera giornata sarà difficile e Remco dovrà preoccuparsi di mantenere il suo posto nel gruppo. Venerdì ci sarà la tappa di montagna. Dobbiamo vedere come si sentirà giorno per giorno. Dobbiamo arrivare al primo giorno di riposo e non ci resta che sperare che la situazione non si aggravi».
Lefevere ha poi concluso il suo intervento radiofonico, evidenziando il problema del randagismo in Italia.
«Ovviamente non è bello che accadano cose del genere perché Remco è stato bravo. Già vicino al percorso ho visto almeno 15 cani randagi lungo le strade. Due meticci, ad esempio, si sono fatti strada tra la folla. Questo è tipico del Sud Italia. Come ciclista non puoi tenere conto di tutto, devi sperare un po' nella buona volontà delle persone e della polizia affinchè tutto funzioni nel modo più sicuro possibile».