Giulio Ciccone arriva con grande fiducia all'appuntamento con la Liegi-Bastogne-Liegi dopo aver ottenuto due successi in questo inizio di stagione e aver chiuso la Freccia Vallone al quinto posto. «Credo che la Liegi sia una corsa più adatta alle mie caratteristiche, specialmente in salita. Sono arrivato alle classiche con una buona condizione e il primo round, alla Fleche Wallonne, non è andato male. Era il rientro alle gare, dopo un mese incentrato sul recupero e allenamenti intensi in vista del Giro, ed è stato un buon fuorigiri, una bella attivazione. Il quinto posto è stato un risultato incoraggiante, sono fiducioso di poter fare bene domenica».
Poi il ricordo: «Il mio ricordo della Liegi risale al 2019, l’unica volta che l’ho corsa. Fu un’edizione epica, ricordo tanto freddo e acqua. E’ da sempre una corsa che mi è piaciuto seguire in tv. La trovo avvincente adatta alle mie caratteristiche. Le classiche, e le corse di un giorno in generale, sono un tipo di gara che mi piacciono. Sono gare nervose, tese, esplosive, da all-in. Devi trovare il 100% della tua condizione in quel momento, sia fisica che mentale. E’ un esaltante confronto one-to-one. Con le buone sensazioni che sento di avere, sono motivato di tirare fuori il mio meglio».
Ed ecco la lettura della corsa: «Per come sono andate le classiche finora, ogni previsione di scenario potrebbe essere ribaltata. All’Amstel Gold Race abbiamo visto un attacco da lontano, alla Fleche tutto si è giocato sull’ultima salita. Credo che domenica ci sia spazio per provare a fare la differenza a tanti chilometri dal traguardo. E’ utile sottolineare che la Liegi ha peculiarità tutte sue. L’AGR è un continuo su è giù con strade strette e la Fleche ha il Mur de Huy che fa la selezione. La Doyenne ha salite lunghe e un finale durissimo. Sulla carta c’è più spazio per inventare qualcosa, per provare a mettere in difficoltà il favorito numero uno, Pogacar. Inutile nascondere che molto dipenderà dall’approccio che avranno lui e la sua squadra. Una menzione, a riguardo, la merita anche il campione uscente Evenepoel e la sua squadra. Tadej e Remco arrivano con percorsi diversi, il belga più simile al mio. Pogacar ha il vantaggio di aver già dimostrato di essere al top, Evenepoel lo vedremo».
Chiusura sulla Trek Segafredo: «Abbiamo dato prova, in queste classiche, di avere una squadra forte e competitiva. Se la corsa ci accendesse presto, per noi sarebbe interessante e può permetterci di sfruttare il nostro gioco di squadra. Ovviamente, però, saremo pronti per qualsiasi scenario. Auspico una corsa dura, più basata sulle capacità di endurance».