ENRICO GASPAROTTO: «SI CORRE PER IL SECONDO POSTO, MA NULLA È SCRITTO. L'ITALIA? HA PERSO IL TRENO»

PROFESSIONISTI | 16/04/2023 | 11:11
di Pier Augusto Stagi

È stato campione d’Italia, ma non ha mai corso un mondiale con la maglia azzurra. In compenso da tre anni è cittadino svizzero e con la maglia della Confederazione elvetica si è tolto la soddisfazione di correre la rassegna iridata di Imola nel 2020. Enrico Gasparotto, 40 anni, di cui sedici trascorsi nel mondo del ciclismo professionistico, in carriera ha raccolto dieci corse, tra le quali spiccano la maglia tricolore del 2005 e due edizioni dell’Amstel Gold Race (2012 e 2016), la corsa della birra che si correrà oggi sulle strade del Limburgo olandese e che apre ufficialmente la fase finale delle classiche del nord (mercoledì la Freccia, domenica la Liegi, ndr).


«Della mia carriera sono più che soddisfatto – ci racconta l’italosvizzero -: non ero un campione, ma penso di essermi tolto le mie soddisfazioni e oggi sono felice perché sono rimasto nell’ambiente con un ruolo importante di direttore sportivo in uno dei team più forti del mondo, la Bora Hansgrohe con la quale al mio esordio abbiamo centrato l’anno scorso il Giro d’Italia con l’australiano Jai Hindley».


Il punto più alto della sua carriera? Chiaramente l’Amstel Gold Race, la corsa più importante d’Olanda. «La seconda, quella del 2016, ha rappresentato per me il momento più emozionante e alto, anche perché non ero più in un top team come l’Astana, ma in una squadra di seconda divisione (la Wanty-Groupe Gobert, ndr). In più a rendere tutto più difficile c’era anche stata la tragica scomparsa di un nostro compagno di squadra, morto in gara alla Gand-Wevelgem (Antoine Demoitie, ndr). Dedicargli la vittoria è stato qualcosa di speciale».

Parla e spiega tutto, Enrico Gasparotto, che parla correttamente francese e inglese, tedesco e anche un po’ di polacco, per via di sua moglie Anna Moska. Parla e spiega, anche di quello che si aspetta da tecnico oggi all’Amstel. «Se mi consente una battuta, le dico che si correrà per il secondo posto, visto che al via c’è Pogacar. Ma è una boutade, chiaramente, le corse si fanno proprio per sovvertire i pronostici: noi ci proveremo con Sergio Higuita e Ilde Schelling».

Parla e spiega il momento magico dei “fenomeni”. «Ci sono corridori eccezionali, quei magnifici sei sono di un altro pianeta, con Pogacar in cima a tutti. Ma dopo il Covid è cambiato qualcosa in tutti: c’è voglia di correre e divertirsi, di dare spazio alla creatività. C’è ricerca, ma anche tanta emotività, che è stata compressa per troppo tempo».

Parla e spiega bene, Enrico. «Cos’è l’Amstel? Una sfida estenuante a chi sa tenere le posizioni. Ti consuma come poche».

Parla e spiega, anche il momento no del ciclismo italiano. «Abbiamo Filippo Ganna che sta facendo vedere cose molto belle, e poi c’è qualche buon corridore, ma al momento soffriamo. Il perché? Il ciclismo è cambiato e noi italiani non ce ne siamo accorti. Nel 2005 la Liquigas era uno dei top club, con una settantina di persone impiegate. Oggi alla Bora siamo quasi in 120. Molte più figure professionali, molta più attenzione al particolare. L’Italia ha perso il treno. In Italia i ragazzi non si allenano, ma corrono in continuazione. In Europa i ragazzi fanno blocchi di lavoro specifici per poi essere pronti a correre. Meno corse, più lavoro».

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Analisi seria
16 aprile 2023 12:30 Carbonio67
Enrico e' stato un grande prof. Ha evidenziato dei dettagli che , oltre al fattore economico, differenziano sempre piu' le squadre nazionali ( poche oramai ) da quelle estere. Ed onestamente, non e' il primo Italiano che lo dice. Quindi, qualcosa di diverso e concreto c'e'.

Grande
16 aprile 2023 20:10 VERGOGNA
Ho sempre pensato che questo ragazzo di testa avesse qualcosa in più quando era ancora under23... quello che dice nelle ultime righe andrebbe tatuato in fronte a tutti i ds e allenatori di ragazzini, è così nel ciclismo come anche nel calcio: ma perchè un ragazzino di 12 anni tra cross pista e strada deve correre piu di certi professionisti? perchè un ragazzino che gioca a calcio deve fare 2 partite a settimana? per poi smettere a 16 anni!!

Ma come!
16 aprile 2023 23:14 Bicio2702
Ma se il guru Cassani l'anno scorso aveva sentenziato che non abbiamo campioni, perché i giovani partecipano a poche cose a tappe al contrario degli stranieri che tutti i mesi ne fanno sempre 2.....
Mettetevi d'accordo, che vi state pestando i piedi !

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il grande ciclismo torna in Italia e propone da oggi a venerdì l'edizione 2025 del Tour of the Alps, gustoso anticipo di Giro d'Italia. Si partirà con una tappa tutta trentina che avrà sia la partenza che l’arrivo a San...


Rilassato e gioviale come di consueto, Giulio Ciccone è arrivato al Tour of the Alps  2025 con la serenità di chi, finalmente, sta riuscendo a preparare il Giro d’Italia nella maniera ideale dopo annate di cambi di piano forzati. Guardando...


Le cinque fotografie del ciclismo? Il ciclismo in cinque fotografie? I cinque monumenti del fotociclismo? La borraccia (una bottiglia) tra Coppi e Bartali, o tra Bartali e Coppi, di Coppi o di Bartali?, Tour de France 1952, Col du Galibier,...


 Giro del belvedere, al via l’86o edizione: 168 km tra le conche alla scoperta dei campioni di domani Villa di villa di Cordignano (TV), 21 aprile 2025- Pronti a scattare sul trampolino che porta al professionismo. Oggi prende ufficialmente il...


San Lorenzo Dorsino è già pronta da qualche giorno al grande inizio del Tour of the Alps 2025, che scatterà oggi con una tappa di 148, 5 km con partenza e arrivo nella cittadina trentina. Ieri al Teatro Comunale è...


Amstel sfortunata per Pepijn Reinderink che ha riportato la frattura della clavicola sinistra dopo la caduta di cui è stato vittima. Il ventiduenne olandese della Soudal Quick Step, che correva la gara di casa per la seconda volta in carriera,...


Con il successo dell’allieva Anna Bonassi della Flandslove Fiorenzo Magni, si è conclusa la due giorni di Ponte a Egola organizzata dalla Ciclistica San Miniato e dalla Ciclistica S. Croce sull’Arno, denominata “Pasqualando”. Circa 1.000 i concorrenti della rassegna a...


Non perdona in terra di Toscana dove peraltro aveva già vinto a Castiglion Fibocchi (nella foto) in provincia di Arezzo, Nicole Bracco, classe 2011 (è nata nel mese di dicembre) brillante portacolori della S.C. Maderno. A Ponte a Egola in...


La seconda giornata di ”Pasqualando” rassegna che si può tranquillamente definire anche “Pasqua pedalando” si è aperta con la gara esordienti primo e secondo anno (partenza unica ai 76 atleti). Mattinata grigia sul circuito della zona industriale di Ponte a...


Poco dopo la conclusione dell'Amstel Gold Race, Mario Cipollini ha postato sui social una sua riflessione che offre un punto di lettura diverso della gara odierna: «Tra i tre davanti, Pogacar era l'unico ad aver disputato la Roubaix, anzi ad...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024