La Parigi-Roubaix è terminata da pochi minuti e alla televisione c’è il vincitore, Var Der Poel: immobile, sguardo fisso, faccia pulita e severa con l’inno olandese a rendere emozionante tutta la scena. Ha vinto ancora lui, Mathieu e come? Staccando tutti, come alla Sanremo. Sfortunato Van Aert, solo terzo, colpa di una foratura al Carrefour de l’Arbre. Ganna? È arrivato sesto ma la sua prestazione merita un approfondimento perché, come ho sempre pensato, credo proprio che lui, questa corsa la vincerà: soprattutto oggi, ha dimostrato che sul pavé ci sa andare.
So benissimo che rivaleggiare con fenomeni del calibro di Van Aert e Van Der Poel non è facile ma Pippo può batterli in futuro perché ha margini di miglioramento. In questa edizione è stato bravo ma ha sofferto tre fattori: curve, cambi di ritmo e fondo.
In ogni curva perdeva due, tre metri rispetto ai corridori che lo precedeva. Sono pochi, quasi nulla, ma se li sommiamo, alla fine della corsa il dispendio energetico è superiore rispetto ai più abili. Un piccolo errore lo ha commesso, esattamente nel settore precedente alla foresta di Arenberg. A sorpresa è scattato Van Aert e Filippo era troppo dietro. Ma nella foresta di Arenberg, quando era ad una ventina di secondi di ritardo dai migliori, è andato veramente forte. Non era facile rientrare ma lui c’è riuscito anche se, secondo me, ha speso davvero tanto.
Una cosa è certa, sul pavé ci sa andare, la sua pedalata è leggera, il suo stile impeccabile.
Ma negli ultimi 15 km ha sofferto, vuol dire che non ha fondo? Non dimentichiamoci da dove arriva Ganna. Nato inseguitore è diventato un grande cronoman e da un paio di anni si allena per migliorare proprio il fondo, per puntare alle grandi classiche. Ma alla Sanremo, corsa di 290 km è andato fortissimo. Come mai alla Roubaix, che si corre sulla distanza di 250 km, è calato nel finale? Semplice, sono corse diverse.
Alla Sanremo fai 200 km nella pancia del gruppo e il massimo sforzo è concentrato su pochi settori e anche abbastanza brevi (i capi, la Cipressa, il Poggio). Alla Roubaix, dopo 100 km, cominci a fare “fuori giri”. Ogni tratto di pavé è come una salita (sono 28 quelli veri) e anche tra un settore e l’altro sei costretto, qualche volta, ad andare a tutta. Vuol dire che per corse del genere serve un fondo straordinario e quel fondo lo devi costruire negli anni. Per questo dico che Filippo Ganna ha fatto un’ottima prestazione e in futuro sarà in grado di vincere anche la Roubaix. Perché sono certo abbia margini di miglioramento, perché correre da leader non lo spaventa anzi, lo migliora, perché sul pavè pedala davvero bene. Continua così, Pippo.