Tadej POGACAR. 10 e lode. Incantato da tanto ben di Dio. Estasiato da cotanto talento. Deliziato da qualcosa che raramente si vede, ma abbiamo la fortuna di vedere, da qualche anno e chissà fino a quando. Conquistato da un ragazzo che fa cose eterne, che resteranno per sempre nei nostri cuori, che avvicina gli appassionati al nostro sport. Che gioia vedere questo ragazzo gioire, con la semplicità dei bimbi, lui che ragazzo lo è ancora, ma ha già un palmares da veterano. Guardatelo bene, tenetelo a mente, questo è ragazzo è patrimonio dell’Umanità. È un monumento alla bellezza sportiva. È l’universalità dei gesti sportivi che prendono forma su una bicicletta, che non è strumento di tortura, ma un cavallo alato che fila via dritto al nostro cuore. Solo per rammentare con chi abbiamo a che fare, che non abbiamo preso un colpo di sole, con quella di oggi sono 56 vittorie in carriera, decima in stagione in sedici giorni di corsa. Dopo due Tour il terzo monumento: dopo due Lombardia e una Liegi, ecco il Fiandre corso per la seconda volta in carriera (l’anno scorso 4°). È il terzo corridore della storia che può dire di aver vinto il Tour de France e la Ronde, al pari di Bobet e Merckx. Può bastare? Dimenticavo: starò invecchiando, sarò un sacrosanto idiota, ma ho pianto per cotanta bellezza. Che bello.
Mathieu VAN DER POEL. 7,5. Meriterebbe almeno 9, ma l’errore iniziale, quando resta dietro ad inizio corsa ad inseguire con i suoi compagni di squadra, alla fine lo paga. È mostruosamente bravo. È chiaramente un fuoriclasse di prima grandezza, ma nonostante il suo volto trasmetta freschezza, le sue gambe alla fine non sono quelle del bimbo sloveno. Onore al merito, con qualche rammarico.
Matteo TRENTIN. 9. Era il nostro vero vessillo, e lui non sventola, ma procede vigoroso per tutto il giorno, con una corsa d’avanguardia. A 110 km dal traguardo Mads Pedersen va all’attacco in cima al Wolvenberg. Con lui ci sono Kevin Geniets, Gianni Vermeersch e il nostro. Poi fa un lavorone in testa al gruppetto d’avanguardia e, quando Tadej arriva, rifinisce il lavoro. Esemplare il suo lavoro, che gli vale comunque un prestigioso 10° posto. Esemplare la UAE Emirates. Esemplari.
Mads PEDERSEN. 9. Corsa pazzesca per questo corridore che è ormai di un livello superiore. Corsa di grande sacrificio e intelligenza tattica. Si muove sempre bene, non sbaglia un colpo, una posizione. Non sbaglia nemmeno la volata finale, che gli vale giustamente il 3° posto.
Wout VAN AERT. 4. Sulla carta dispone della squadra più forte, ma i suoi compagni corrono come se fossero delle comparse. Domanda: cosa serve fare uno squadrone per poi non disporne? Complimenti vivissimi al team, poi ci spiegheranno tutto con calma. Lui resta passivo e lascia fare, come del resto i suoi calabroni, prima di essere schiacciati come mosche.
Neilson POWLESS. 7. Il 26enne americano della EF fa una grandissima corsa, tutta all’attacco, e ottiene un più che meritato 5° posto.
Stefan KÜNG. 7. Il 29enne svizzero della Groupama trova i tempi giusti per salire sul treno d’avanguardia, poi resta lì, fin sul traguardo.
Kasper ASGREEN. 5,5. Il 28enne danese della Soudal Quick-Step entra nel vivo della corsa, ma poi non dà mai l’idea di poter essere letale. È uno che sa come si vince il Fiandre, ma oggi si capisce che per il bis non c’è.
Thomas PIDCOCK. 4. Il britannico della Ineos è lì quando parte a 54 km dal traguardo Pogacar, il problema è che gli resiste 5”, poi finisce nelle retrovie. Arriverà 50° ad 8 minuti.
Filippo COLOMBO. 7. Il 25enne della Q36.5, nato a Gussago ma di passaporto svizzero, è un biker che può vantare due titoli mondiali nella staffetta a squadre di cross country e un argento nello short track. Il ragazzo della Q36.5 anima la fuga di giornata in compagnia di Jasper De Buyst (Lotto Dstny), Daan Hoole (Trek - Segafredo), Tim Merlier (Soudal - Quick Step), Elmar Reinders (Team Jayco AlUla), Jonas Rutsch (EF Education-EasyPost), Hugo Houle (Israel - Premier Tech), e Guillaume Van Keirsbulck (Bingoal WB). Finirà 50°, a 8 minuti, ma la sua è comunque una gran bella corsa.
Filip MACIEJUK. 2. Il 23enne polacco del Team Bahrain provoca la caduta di massa con una manovra a dir poco scellerata. Passa laddove non si dovrebbe passare, trova un tratto d’erba, la bicicletta perde stabilità e lui riesce a rientrare sulla sede stradale travolgendo tutto e tutti. La giuria, giustamente, lo considera responsabile della caduta del gruppo e lo squalifica
Mario CIPOLLINI. 10 e lode. Scrive il campione di Zolder sulla sua pagina FB: «Questo ragazzo ci regala delle Opere d’arte. Trovo straordinaria quella di oggi, ma soprattutto fatta in una terra che riconosce il giusto valore al Ciclismo. Bravo Tadej a regalarla a quel “Milione” di persone che erano a bordo strada,ad ammirare tutta la tua grandezza, espressa con la semplicità di un’atleta straordinario come te. I numeri contano,se prima di te soltanto in due possono annoverare Classiche del Pavé e Tour de France. La tua grandezza è figlia di madre natura, che ti ha appoggiato una mano sulla testa, ed ha costruito un “motore” perfetto, Sei andato in casa di due Fuoriclasse, a sfidarli nel proprio habitat,loro nati in quei posti fatti di pioggia, vento, fango,muri e pave’… ti temevamo moltissimo, e la loro condotta di gara ne era la prova, pensavano di fare come i coccodrilli con le antilopi che vanno ad abbeverarsi….me stavolta la tua leggerezza ti ha permesso di infilargli lo zoccolo nell’occhio…e non gli è rimasto che guardarti andar via con l’altro …appannato. Grazie di queste emozioni….ma ora tira un po’ il fiato, riposati e pensa a prenderti ciò che meriti a Luglio… ma arrivaci carico di energie…». Parole d'ammirazione che giungono da un grande ex, da uno che sa leggere il ciclismo: e lo scrive. Siamo amici da una vita, spesso ci confrontiamo con la passione di chi è innamorato di questo sport. Entrambi siamo rapiti da chi riesce a innalzare il ciclismo verso il cielo: è bello condividere la Bellezza.