«Ho ricevuto una lettera da parte dell'UCI, ma non è stato bello leggerla. Mi hanno proposto due anni di squalifica, ma è una punizione troppo dura per me. È stato un inferno dirlo ai miei genitori, alla mia ragazza, a mio fratello e agli altri. Ma tutti hanno continuato a sostenermi e questo è molto gratificante per me».
Con queste parole Toon Aerts ha spiegato ai media la sua situazione: il crossista belga era risultato positivo al letrozolo, è fermo dal febbraio scorso, ma si è sempre dichiarato innocente. «Continuerò a fare tutto il possibile per dimostrare la mia innocenza. Sono convinto che riprenderò il mio posto nel ciclocross. Ho molte incertezze, ma una cosa è certa: la mia seconda carriera partirà entro e non oltre il 16 febbraio 2024. Non avevo mai sentito parlare del prodotto in questione. Ad oggi, non mi sono ancora tagliato i capelli proprio per sottopormi all'esame, per dimostrare all'Uci che non ho barato. Ho lavorato con la mia squadra (la Baloise Trek, ndr) per scoprire che cosa fosse andato storto e abbiamo consegnato diverse prove all'UCI. Ma secondo loro devo scontare una squalifica di due anni».
La difesa del corridore belga ha sempre sostenuto che si sia trattato di un caso di contaminazione alimentare involontaria e che Toons non aveva mai saputo dell'esistenza della sostanza letrozolo.