Ha 30 anni Jasper Stuyven (31 il prossimo 17 aprile) e per altre tre stagioni vestirà la maglia della Trek Segafredo. L'unica che abbia mai vestito nella sua carriera da professionista, che l'ha visto vincere nove tra tappe e classiche. L'ultima delle quali ce la ricordiamo bene, quel guizzo alla Milano-Sanremo 2021.
Famoso anche per non avere peli sulla lingua nelle interviste del post-gara, su questo aspetto si sofferma il corridore belga in un'intervista rilasciata a CyclingNews: «Ogni tanto qualcuno mi dice che dovrei avere più rispetto e fare qualche corso su come trattare coi media, ma io sono come sono e sarò sempre una persona autentica! Se in una situazione sono particolarmente infastidito, specie appena finita una corsa, non penso di dovermi scusare se vi mostro un Jasper "nudo e crudo". Sono semplicemente io, e non ho la minima intenzione di essere falso. Se un giornalista fa una domanda stupida o sbagliata, penso che un corridore possa benissimo perdere le staffe. D'altro canto, è il bello di uno sport che permette d'intervistare gli atleti nei secondi immediatamente successivi allo sforzo agonistico: le persone possono vederci per come siamo davvero.»
Un temperamento uscito fuori anche in occasione dei Mondiali casalinghi (nelle Fiandre) del 2021: mentre Van Aert e Evenepoel andavano in conflitto, lui inseguiva Alaphilippe riuscendo a piazzarsi quarto, andando poi a parlare schiettamente coi due prestigiosi compagni di squadra. «Wout e Remco sono tra i due ciclisti migliori al mondo - racconta Stuyven -. Quando hai loro due in squadra, i Mondiali si svolgono in un Belgio che ripone altissime aspettative su di voi e a un certo punto vi rendete conto che non avete più possibilità di vittoria, è normale che si scateni la frustrazione: io poi ero doppiamente amareggiato per non aver agguantato il podio di un soffio, ma guardandomi indietro a mente fredda posso dire che è stata una delle mie migliori prestazioni di sempre. E tutti abbiamo imparato tanto da quell'esperienza: Evenepoel ha vinto il Mondiale successivo, a Wollongong a fine settembre, dimostrando una maturità da adulto fatto e finito, che gli ha permesso di cancellare le difficoltà passate e raggiungere degli obiettivi straordinari. Quando vedo queste cose sono contentissimo!»
Insieme a Mads Pedersen, di tre anni e mezzo più giovane e anch'egli legato al team di Luca Guercilena con un contratto fino al 2025, Jasper Stuyven è un uomo fondamentale per le corse da un giorno. Questa la sua chiosa a CyclingNews: «Non sono uno che vince tantissime gare, ma sono migliorato molto negli anni e in Trek Segafredo sono a casa mia. Ho avuto alcune tentazioni da altre squadre ma alla fine ho sempre deciso di restare qua: hanno creduto in me fin dall'inizio e io credo in loro. Conquistare un'altra monumento sarà difficilissimo, il mio sogno è soprattutto una vittoria di tappa al Tour de France [il primo successo professionistico di Stuyven fu l'ottava frazione della Vuelta 2015, ndr]. Il 2022 non è andato per il meglio, ma sono molto ottimista per il 2023.»
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