Negli anni ’60 e ’70 a suon di record e vittorie sono state punto di riferimento del ciclismo femminile italiano, sabato mattina invece Maria “Mary” Cressari e Morena Tartagni sono state protagoniste – assieme a Gianni Bugno e Marino Vigna - dell’evento “Incontriamo i campioni” promosso a Concorezzo dalle associazioni Brianza d’Epoca e Ciclostoriche di Lombardia.
Ospiti della Sala Comunale, alla presenza del Sindaco Mauro Capitanio e di un folto pubblico, le due campionesse si sono raccontate ricordando i momenti salienti delle rispettive carriere ma anche episodi divertenti e aneddoti vissuti in sella.
«Siamo state delle pioniere coraggiose – ha affermato con forza e orgoglio la signora Tartagni tornando con la memoria ai primi anni ’60, quando il movimento ciclistico femminile italiano cominciava a muovere le prime pedalate – abbiamo faticato, combattuto e vinto delle battaglie. Vedere che il movimento ciclistico femminile di oggi ha raggiunto un alto livello e esprime valori importanti ci gratifica e forse questo è merito anche della strada che abbiamo aperto noi tanti anni fa».
Prima ciclista italiana a salire sul podio dei Mondiali, Morena Tartagni in carriera ha conquistato tre medaglie iridate: fu bronzo a Imola ’68, e nel biennio ’70-’71 si mise al collo per due volte la medaglia d’argento.
«Credo che le mie medaglie siano state d’aiuto al movimento, forse hanno anticipato la crescita del ciclismo femminile in Italia e di questo ne sono orgogliosa» ha raccontato, poi ha svelato anche un aneddoto riferito alla rassegna iridata del 1971: «A Mendrisio fui battuta in volata da Anna Konkina. Avevo un rapporto più corto del suo ma se avessi montato il “13” come lei e come avevo chiesto sono convinta che avrei vinto». Una sconfitta bruciante a cui ha però fatto seguito un gesto che Morena ricorda come il più bello della propria vita sportiva: «Scesa dal podio Konkina mi ha regalato la sua maglia arcobaleno e la sua medaglia riconoscendo che se avessi montato il rapporto giusto sicuramente sarei stata io a vincere».
Anche Mary Cressari ha voluto condividere un ricordo legato ai Mondiali: «Prima del 1962 il ciclismo femminile in Italia non esisteva, partì tutto in quella stagione quando vennero messi in calendario i Mondiali di Salò. La rassegna era in programma ad inizio settembre e per gli organizzatori sarebbe stato il massimo avere una bresciana a rappresentare l’Italia: chiesero a me che avevo due fratelli che già correvano se volessi praticare ciclismo. Senza pensarci due volte accettai, iniziammo gli allenamenti in luglio e il 26 agosto fu organizzata la prima gara femminile in Italia, era valida come premondiale e la vinsi per distacco. Fui chiamata a far parte della squadra Nazionale con altre quattro ragazze, il giorno dopo presi la bicicletta e andai a Salò dove iniziammo gli allenamenti in vista dei Mondiali. Alla vigilia della gara ci portarono le divise ma per un errore erano solo quattro, per me la mattina della gara arrivò la maglia prestata da un dilettante. Presi il via e conclusi quei Mondiali in diciassettesima posizione, migliore delle azzurre».
La signora Cressari è stata protagonista nelle competizioni su strada come in quelle su pista e proprio nei velodromi ha conquistato importanti traguardi: Nel 1972 a Città del Messico fece registrare i record sui 5, 10 e 20 chilometri. «Il mio obiettivo principale era il record sui venti chilometri ma tentando quello ho continuato e ho fallito per pochissimo il Record dell’Ora. Ero delusa – ricorda la campionessa – Fu allora che il console italiano scese dalla tribuna mi raggiunse nel parterre e mi spronò a tentare nuovamente. L’indomani ho recuperato le forze, il venerdì ho battuto il record sui 5 Km e sabato 25 novembre 1972 ho battuto il Record dell’Ora pedalando per 41,471 e migliorando il precedente record (41,347Km) che apparteneva a Elsy Jacobs».
Il racconto di Mary Cressari è proseguito con il ricordo di una delusione che però ha portato ad un nuovo traguardo: «Nel 1974 l’Italia femminile non partecipò ai Mondiali di Montreal. Ci rimasi molto male, sapevo di essere competitiva come le atlete straniere e i record mondiali che avevo ottenuto nel 1972 lo dimostravano. Da lì è scattato l’input che mi ha spinto a preparare il record sui 100 chilometri che ho battuto al Vigorelli».
Il “tandem” Cressari – Tartagni ha regalato ai presenti un ping-pong di ricordi e di interessanti storie intrise di passione, sacrificio e dedizione. «Quando si sceglie qualche cosa guidati dalla passione, il sacrificio che viene richiesto non pesa più di tanto. – ha affermato Morena Tartagni – Quando si esce di casa e si sale in sella per allenarsi alla ricerca di un risultato bisogna farlo con serietà e determinazione e questo richiede sacrifici. Bisogna esserne consapevoli ed accettarlo».
Nella loro carriera Morena e Mary sono state compagne di squadra, avversarie e anche rivali ma soprattutto amiche. «Prima viene l’amicizia e poi tutto il resto» ha rimarcato Cressari. «C’è sempre stata tanta cortesia questo è molto importante. Lo sport dovrebbe essere sempre così» le ha fatto eco Tartagni.
Al fianco di Morena Tartagni e Mary Cressari erano presenti anche Gianni Bugno, applaudito dal pubblico per i suoi tanti successi, e Marino Vigna, Campione Olimpico dell’Inseguimento a Squadre a Roma 1960. Il monzese bi-campione mondiale ha raccontato alcuni episodi della sua lunga carriera, soffermandosi in particolare sul Giro 1990 e sui trionfi iridati 1991-1992, mentre il milanese Vigna ha ricordato con emozione le gioie dei Giochi Olimpici disputati “in casa”.
L’evento si è concluso con la consegna di alcuni riconoscimenti ai partecipanti alle maggiori manifestazioni ciclo-storiche lombarde.
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