È chiaramente un momento molto difficile, diciamo pure sgradevole, non si riesce a parlare di ciclismo, a respirare aria salubre. È un momento così, che dura da troppo tempo e temo che siamo lontani dalla pacificazione, perchè c'è poca gente disposta a pacificarsi a mediare a provare a far ragionare chi è chiamato a riflettere e a prendere decisioni. È un momento così, di confusione assoluta, da tutti contro tutti e oggi, questa mattina, ne abbiamo avuto la riprova leggendo “La Gazzetta dello Sport”, che ha dato la notizia: «La federciclismo va commissariata». Il messaggio è forte e chiaro e giunge dal presidente di Lega Mauro Vegni, lui che ricopre una carica “sub iudice“, visto che lunedì dovrebbe esprimersi in materia il Tribunale Federale per dare un parere sulla incompatibilità avanzata da otto organizzatori per evidente conflitto d'interesse (credete davvero che il direttore del Giro possa essere presidente della Lega del ciclismo professionistico? Se così fosse perché il calcio non fa presidente Beppe Marotta?).
La Gazzetta ci informa che è stato depositiato un documento di 16 pagine, che «ha quattro destinatari: la Procura della Repubblica di Milano, la Procura generale dello sport del Coni, la Procura federale della Federciclismo e il settore Affari legali del Comitato olimpico. È stato depositato ieri e rappresenta il punto di vista della Lega del ciclismo professionistico sullo scandalo provvigioni che da settimane agita la Federciclo guidata da Cordiano Dagnoni. L’esposto, predisposto dall’avvocato Ascanio Donadio, è stato votato all’unanimità dal Consiglio direttivo della Lega e termina così: «Si chiede alla Giunta del Coni di proporre immediatamente al Consiglio Nazionale del Coni il commissariamento della Fci per gravi irregolarità di gestione (art. 7, comma 5, lettera f) dello Statuto Coni)».
E ancora: «La Lega Professionisti è presieduta da Mauro Vegni, direttore ciclismo di Rcs Sport e del Giro d’Italia. “Davanti ad aspetti molto nebulosi non è emersa chiarezza dalla Fci, ed era doveroso per un fatto di trasparenza chiedere ai vari organismi di mettere fine a questa faccenda - spiega Vegni -. Servono delle risposte che non siano quelle date finora sui giornali, in modo formale da parte del presidente e del segretario generale. Non c’è stata chiarezza nell’operato e chiediamo al Coni di indagare su come si siano svolti i fatti e se siano fallaci rispetto alle normative. La Procura ordinaria si attiverà per vedere se ci siano ipotesi di reati penali. Io non dico che c’è stato un reato: io dico “questo è quello che è accaduto”, e siccome ne ho il titolo chiedo di sapere come sono andate le cose”». Poi c'è dell'altro, però per me è più che sufficiente.