È in Giro da una vita e i grandi giri sono la sua vera casa. Guido Bontempi sta affrontando il numero 52: fate i conti, giorno più giorno meno (visto che negli anni Novanta le grandi corse a tappe erano in qualche caso più lunghe delle tradizionali 21 tappe) sono 1.100 giorni in un grande giro, tre anni interi - Natale e feste comandate comprese - in cui alzarsi al mattino e dirsi "che tappa abbiamo oggi"?.
A 62 anni - è nato il 12 gennaio 1960 - Guidone non è ancora stanco, anzi: «Sono tornato alla Vuelta dopo 10 anni di assenza, l'ultima volta l'avevo affrontata come direttore sportivo della Astana - racconta a tuttobiciweb prima del via della settima tappa -. È il mio grande giro numero 52: prima da corridore, poi da tecnico, adesso da motociclista».
Già perché la terza vita ciclistica di Guido è proprio quella di motociclista: prima al Giro con in sella giudici, segnalatori e passeggeri vari, ora come motociclista del fotografo ufficiale della corsa.
«Dall'inizio dell'anno collaboro con la Sprint Cycling Agency, l'agenzia fotografica nata dall'unione del team di Roberto e Luca Bettini da una parte e di Rafa Gomez dall'altra. Sono sempre in giro e qui alla Vuelta piloto la moto di Luis Angel Gomez, che è il fotografo ufficiale della corsa, tanto è vero che non sono qui con la mia moto, ma mi hanno affidato una Yamaha dell'organizzazione».
I numeri di Guidone ai grandi giri sono davvero impressionanti: «Comincio dall'Italia per amor di patria e quindi dico che di Giro ne ho fatti 23: 12 da corridore, 3 da direttore sportivo e 8 da motociclista. Al secondo posto per numero di presenze c'è il Tour de France con 21: 11 da corridore e 10 da direttore sportivo, infine la Vuelta con 8: tre da corridore, quattro da direttore sportivo e questa che è la prima che affronto come motociclista di un fotografo».
La prossima sfida? «Tutte le gare sono belle, tutte le classiche ti danno qualcosa, tutti i giri ti regalano emozione. E quindi, perché fermarsi? Ecco, questa è la prossima sfida».