«Gimondi, Bugno e Martinello a muso duro contro la Federciclismo». Così scrive questa mattina Marco Bonarrigo sul “Corriere della Sera”. «Per dimostrare – carte alla mano - presunte anomalie nella gestione di Cordiano Dagnoni, presidente da 18 mesi…», scrive Bonarrigo. «Il 6 agosto Dagnoni avrebbe proposto ai consiglieri federali di approvare una voce mai presentata o discussa in precedenza: la liquidazione di 106 mila euro alla Reiwa Management Ltd di Dublino per aver procacciato sponsor. Gimondi si è opposta, bloccando l’approvazione. Dal sito web aziendale, impossibile capire la struttura e portafoglio clienti di Reiwa: la sede irlandese fa ipotizzare vantaggi fiscali», spiega il Corriere.
E ancora: «Tra gli sponsor procacciati, un noto marchio di integratori che supporta la Fci da sempre (introdotto da Davide Cassani, il ct giubilato da Dagnoni) e una ditta di illuminotecnica che sarebbe in realtà stata presentata da Gianni Bugno, cui non è andato nemmeno un grazie».
Bonarrigo, poi, si pone il vero e sostanziale interrogativo: «È vero che collegati alla Reiwa (e quindi beneficiari delle provvigioni) ci sarebbero nomi noti del ciclismo azzurro con potenziali conflitti di interesse?».
In campo, oggi, è scesa anche “La Gazzetta dello Sport”, che tratta l’argomento, ipotizzando, per esempio, le dimissioni del vicepresidente Norma Gimondi. E il presidente Cordiano Dagnoni? Reagisce sulle colonne del “Corriere”: «Questa è l’ennesima manovra politica del mio avversario Martinello – ribatte il numero uno del ciclismo italiano a Marco Bonarrigo -. Noi abbiamo deliberato che chiunque porti uno sponsor avrà una commissione dal 10 al 20%, pagata a incasso avvenuto. Nei 4 anni precedenti la Fci ha incassato 2,8 milioni di sponsorizzazioni di cui 220 mila cash, il resto era cambio merce. Noi in prospettiva 4,5 milioni di cui 1,3 cash, liquidando solo 106 mila euro di commissione. A pagare l’eventuale Iva e a regolarizzare le pendenze con gli intermediari penserà la Reiwa, che si è fatta avanti da sola. Abbiamo rimandato l’approvazione dell’accordo al Consiglio di venerdì per approfondire le carte».
Questo è quanto, anche se mi sorge spontanea una domandina facile facile: ammesso e non concesso che tutto sia regolare e specchiato, ammesso e non concesso che non ci sia alcuna malizia dietro a questa operazione commerciale, che bisogno c’è di pagare provigioni ad una società irlandese per uno sponsor storico come la Enervit, portata da anni nel giro azzurro da Davide Cassani? Il cliente era già loro: era necessario un intermediario irlandese? Ah, saperlo… In attesa del Consiglio Federale di sabato (domani c’è il pre-consiglio), un consiglio al presidente: spieghi.