Fabio JAKOBSEN. 10 e lode. Il miracolato si prende quello che tutti erano pronti a dargli fin dalla vigilia. Vince da assoluto favorito, con una squadra che non sbaglia una mossa. Si piazza lì nel finale e controlla a velocità supersonica. E non è facile su un percorso così veloce e nervoso. Lui, Fabio, mantiene la calma e anche le promesse fatte. Lui è il bomber degli olandesi, che per l’occasione vestono una maglia orange stinto, quasi bianco. Ma sono ben identificabili: ora anche Fabio, nome italiano in onore del nostro Casartelli, lo vedranno ancor meglio in gruppo, con la sua maglia stellata.
Arnaud DEMARE. 8. I francesi ci sono, lì in bella mostra, a menare le danze con olandesi e belgi, le nazioni favorite e attese che non si fanno però attendere. Fa una buona volata e la perde di una bicicletta, che per un velocista significa perdere senza recriminare nulla. Taglia il traguardo, sorride per l’argento, il secondo dopo quello di due anni fa. È consapevole di aver dato il massimo, ma soprattutto di essere stato inferiore a Fabio.
Tim MERLIER. 7. Il 29enne belga vuole giocarsela fino in fondo e se la gioca con tutto il talento di cui dispone. La sua squadra è tra le migliori di giornata, lo porta lì in zona sparo, ma lui non riesce a centrare il bersaglio grosso. Non era semplice.
Danny VAN POPPEL. 8. Il velocista olandese fa il suo lavoro fino in fondo in favore di Fabio che è il leader dichiarato e riconosciuto da tutti. Lui sa che può valere un piazzamento, così si mette a disposizione del compagno di squadra, ma porta a casa anche un suo ottimo piazzamento.
Sam BENNETT. 6. L’irlandese si butta nella mischia sperando di far saltare fuori qualcosa. Ne viene fuori un piazzamento nei cinque.
Luca MEZGEC. 5,5. Per lo stagionatissimo corridore sloveno una discreta volata, anche se da uno come lui ci si aspetta sempre qualcosa di più.
Elia VIVIANI. 5. Non doveva esserci e c’è, nel senso che è il migliore degli italiani. E qui non so dire se è un bene o un male, se Dainese avrebbe dovuto tirargli la volata o viceversa, perché queste cose le sanno loro e il Ct Bennati. In pratica non fa la volata, va avanti d’inerzia, intruppato nel gruppo lanciato verso il traguardo. La nostra Italia deraglia, priva di un vagoncino non secondario come Jonathan Milan che negli ultimi due giri soffre di problemi fisici. Sembra tutto bello, tutto buono, fino a 500 metri dal traguardo, quando si sposta Trentin e con lui anche Ganna, con Jacopo Guarnieri che si trova (forse a sorpresa) troppo presto davanti, e anche lui si disunisce. Insomma, sarà per la prossima volta.
Alexander KRISTOFF. 4. Il 34enne norvegese era dato tra i grandi favoriti per il titolo, la sua recente vittoria aveva fatto pensare a molti che i conti si sarebbero fatti anche con lui: non è stato così.
ITALIA. 5. Scontata la volata, scontato che l’Italia di Bennati stia sorniona e coperta. Scontato non farsi illusioni, ma con un treno così era lecito attendersi qualcosa di più. Onesto Jacopo Guarnieri, che a caldissimo, appena tornato al bus degli azzurri, non esita ad ammettere che “non eravamo proprio unitissimi”. Stesso discorso per Matteo Trentin (voto 7) che parla di «treno non perfetto, ci è mancato Jonathan (Milan, ndr)», ma guarda al futuro: «Tra un anno faremo di tutto per riprenderci la maglia». Ci sta perdere le volate. In questa stagione ne abbiamo perse tantissime, ma una volata migliore era nelle nostre corde. E dato che questo campionato d’Europa era solo una volata finale, il giudizio non può che rispecchiare lo sprint e la preparazione. Per un treno deragliato, giudizio rimandato.