QUICK STEP- ALPHA VINYL. 6. Partono con il botto, con la vittoria di Copenaghen di Yves Lampaert con tanto di maglia gialla e poi il bis di Fabio Jacobsen. Poi, un lento e inesorabile declino. Mattia Cattaneo fa qualcosa, Senechal anche, Andrea Bagioli che avrebbe gambe e talento per far vedere qualcosa di buono in un team che non ha vincoli di classifica o quant’altro è desaparecido. Un Tour che alla fine è da sufficienza tirata con l’elastico con appena 8 piazzamenti nei dieci, ultimo posto nella classifica a squadre. Serve altro?
JUMBO VISMA. 10 e lode. Da restare senza parole, incantati ed esterrefatti da cotanta bellezza. Fanno quello che vogliono, con chi ha voglia di fare quello che fa. Chi è nelle loro vicinanze finisce nel tritacarne, non c’è via di scampo e di scalpo, ci rimette le penne anche il “re bambino”, triturato non solo da Vingegaard, ma anche da Van Aert e compagni. Raccolgono 29 piazzamenti nei dieci in ventun giorni di corsa. Si portano a casa tre maglie su quattro e si vincono la bellezza di sei tappe: che dire? Bravini.
UAE EMIRATES. 8. Alla fine cosa gli si può dire? È andata così, ma alla fine si sono vinti tre tappe con il “re bambino”, si portano a casa la piazza d’onore e la maglia bianca di miglior giovane. Certo, se Taddeo non avesse beccato la cotta sul Col du Granon… Se si fosse alimentato bene… Se la sua squadra non fosse finita nel vortice della sfortuna… Meglio pensare a cosa fare per recuperare il gap da Vingegaard il prossimo anno: perché è questo l’argomento.
INEOS GRANADIERS. 5,5. Un terzo con Geraint Thomas, un decimo posto con Adam Yates, una vittoria di tappa con Tom Pidcock, 20 piazzamenti nei dieci e il primo posto nella classifica a squadre. Se però teniamo conto di quello che rappresenta questa squadra e il budget di cui dispone (50 milioni di euro, nessuno come loro), non penso che al di fuori del corridore gallese siano contenti.
ALPECIN-FENIX. 6,5. Vincono due tappe - tra le quali quella di Parigi - con Jasper Philipsen, ma raccattano solo otto piazzamenti in tutto e non danno un’impronta alla loro corsa. Nella classifica a squadre chiudono terzultimi.
TREK-SEGAFREDO. 6. Vengono per andare a caccia di tappe, e alla fine raccolgono nove piazzamenti nei dieci e ne vincono una con Mads Pedersen. Mollema è quello del Giro, cioè non in condizione, anche se ieri ha firmato una crono di livello. Ciccone, invece, è bersagliato da problemi fisici di varia natura e ci prova ugualmente, ma a certi livelli non è sufficiente l’impegno.
BAHRAIN-VICTORIOUS. 5. Da squadrone a squadretta: ma una buona via di mezzo no?
BORA HANSGROHE. 6,5. Dopo aver incantato al Giro d’Italia, al Tour sembra ua squadra incartata. Come team chiudono al 4° posto. Il loro Vlasov alla fine è 5°: incredibile risultato, dopo una corsa tutta a rincorrere.
TOTALENERGIES. 5. Sette piazzamenti in tre settimane. Hanno la forza per essere un team di assoluto livello, ma in questo Tour di assoluta c’è solo la delusione.
B&B HOTELS. 6,5. Squadra invitata, senza pretese, senza campioni ma solo con qualche buon corridore, e nonostante questo fanno un buonissimo Tour, soprattutto con il nostro Luca Mozzato, sempre piazzato.
BIKEEXCHANGE JAYCO. 7. Potevano fare di più? Si, potevano fare qualcosa di più, in un Tour che però ha registrato in pratica cinque volate cinque. In ogni caso loro se ne tornano a casa con due vittorie di tappa e, visto come è andato questa corsa, non è poco.
TEAM ARKEA SAMSIC. 7. Fanno una corsa più che onorevole, con Nairo Quintana che forse neanche lui sperava di correre un Tour di questo lievllo. Dopo due secondi posti, un terzo, un ottavo, un nono e un decimo posto, ecco che il 32enne colombiano regala a sé stesso e alla sua squadra un buonissimo 6° posto.
TEAM DSM. 6. Una corsa di sofferenza e di resistenza. Pochi i piazzamenti, solo 5, e un 7° posto finale con Bardet.
LOTTO SOUDAL. 4. Quattro piazzamenti in 21 tappe. Penultimo posto nella classifica a squadre. È vero, non sono stati fortunatissimi, ma qualcosa di più era lecito attendersi.
INTERMARCHÈ WANTY GOBERT. 6,5. Nove i piazzamenti e 8° chiude Louis Meintjes. Non fanno faville, ma figurano più che bene, senza sfigurare.
COFIDIS. 6,5. Lottano per tutto il Tour, nonostante perdano uomini importanti come Guillaume Martin. Geschke lotta come un leone per la maglia a pois, Benjamin Thomas fa vedere cose molto interessanti.
ISRAEL PREMIER-TECH 7. Si vincono due tappe con Clarke e Houle. Ci provano a più riprese, per loro il Tour non è una vacanza.
EF EDUCATION EASYPOST. 6. Vincono una tappa con Cort, ne sfiorano una bellissima con il nostro Alberto Bettiol. Diciamo che fanno bene, ma non benissimo.
GROUPAMA-FDJ. 7. Non vincono tappe, ma si danno da fare. Gaudu chiude al 4° posto, Madouas 11°, Pinot 15°. Come squadra sono secondi alle spalle di Ineos. Manca il sigillo a suggello di una corsa di livello, ma il timbro lo mettono lo stesso.
MOVISTAR. 5. Sei piazzamenti sei per una squadra che ci aveva abituato ad altro. Perdono Mas, per un piazzamento nei quindici, e si consolano con il 23enne americano Matteo Jorgenson: 21° ad un ora e mezzo.
AG2R CITROEN. 6. Finiscono il Tour con tre corridori, ma in ogni caso, nonostante la dea Bendata si sia girata dall’altra parte, vincono una tappa con Bob Jungels, che nella generale finisce 12°.
ASTANA. 6. Fanno un’ultima settimana di assoluto orgoglio, provando a rompere certi schemi, provando ad anticipare situazioni. Alexey Lutsenko alla fine risale la china e chiude la sua grande fatica con un 9° posto nella generale. E in generale, non è male.