Il volto di Mads Pedersen regala due emozioni, l'incredulità e la gioia. E le parole dell'ex campione del mondo raccntano molto bene quello che sta provando ai piedi del podio di Saint-Etienne.
«È incredibile riuscire a vincere quando sai di essere in grande condizione: sin dal primo giorno di questo Tour sapevo di stare bene per questo dci avevo già provato nella prima settimana e oggi finalmente è andato tutto bene. Tra l'altro anche la squadra cominciava ad accusare il fatto che non avessimo mai vinto: ora una vittoria c'è e quindi potremo affrontare più serenamente le prossime tappe e puntare a nuovi risultati».
Quindi il racconto dell atappa odierna: «Non sapevamo cosa avrebbero deciso di fare i velocisti, siamo stati bravi ad entrare in fuga con Simmons. Sapevamo che questo era l'unico modo per puntare a vincere. Poi nel finale ho attaccato per non essere poi costretto a controllare tutti, meglio provare ad eliminare qualche avversario e mi è andata bene. Siamo rimasti in tre e siamo andati d'accordo fino al traguardo. Se ho realizzato di aver vinto al Tour? No, mi sa che ci vorrà del tempo».
La Danimarca ha investito molto nel corso degli anni nel ciclismo, non solo come mezzo di trasporto, ma cercando di far emergere il maggior numero di corridori e di portarli nel World Tour. «In Danimarca per me non è andata come previsto, non sono rimasto deluso dal 6° posto nella cronometro e poi del 3° il giorno successivo, ma ovviamente siamo venuti al Tour per ottenere dei risultati importanti. Penso che oggi sia stata dura per tutti, è stata una giornata così calda, tutti erano al limite. A 10 km dalla fine non volevo arrivare sul traguardo con sei corridori, perché sarebbero stati troppi da controllare. Quindi ho provato ad attaccare e fortunatamente è andata bene ed eravamo solo tre e questo mi ha reso molto più facile il controllo. Tra i 10 e i 5 km dalla fine volevo controllare la corsa in modo da avere il tempo di rallentare e partire negli ultimi 100 metri». Pedersen non era da solo e il pericolo maggiore era Ganna e Kung sull’ultima salita.
E ancora: «C'è così tanto lavoro duro dietro un risultato come questo. Ci sono molte ore di allenamento sulla bici e molte sono ore amare. Ci sono sacrifici per la famiglia e non è sempre facile»
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