Sull’Alpe d’Huez Pogacar ha attaccato, ma le sue gambe non sono riuscite a fare la differenza e, quando è passato vicino a Vingegaard, il due volte vincitore del Tour ha sorriso al suo avversario, ammettendo la superiorità. Oggi ci sarà una tappa che sulla carta darà un po’ di respiro agli uomini di classifica e poi sabato si tornerà a salire e a dar battaglia sul traguardo a Mende.
Pogacar sembra essersi ripreso bene e il pubblico lo attende fiducioso nei prossimi giorni, perché un uomo come lui si diverte in corsa solo se vince. «Ho attaccato troppo, è stato stupido farlo - ha commentato Pogacar ripensando alla tappa di mercoledì -. Avrei dovuto andare più piano sul Galibier, dove mi sentivo bene, ma ho pagato il prezzo del Granon».
Sul Granon a Pogacar dall’ammiraglia era stato detto di aspettare, ma lo sloveno ha il suo temperamento e si sentiva bene e ha fatto quello che gli diceva il suo istinto e le tattiche troppo vincolanti con lui non funzionano.
«Cercherò comunque di attaccare sempre - ha promesso Pogacar -: ieri non ero al 100% e non credevo ancora pienamente in me stesso. Ma alla fine ho ritrovato fiducia per la prossima settimana. Proverò sicuramente nei prossimi giorni».
La Jumbo è una squadra forte, mentre la UAE Emirates sta soffrendo per il ritiro di due corridori e Majka, rimasto in corsa, non può dare il giusto sostegno.
«La Jumbo ha dimostrato ancora ieri di essere forte, ma loro hanno ancora otto corridori, noi ne abbiamo sei, cinque se non contiamo Hirschi, che ha problemi dall'inizio. Ma i ragazzi che sono con me stanno facendo un lavoro eccezionale. Anche ieri mi sono stati vicino portandomi acqua e ghiaccio e non mi hanno fatto mancare nulla».
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