Kristen Faulkner non riesce a crederci, sul traguardo di San Lorenzo Dorsino è arrivata con gli occhi carichi di emozione, da sola, dopo aver sfidato tutto il gruppo. Poco più di una settimana fa l’Italia aveva imparato a conoscere la sua storia, dall’Alaska alla Sardegna dove aveva dominato la crono d’apertura a Cagliari, sorriso da ragazzina ma un passato di donna che ha vissuto le più grandi avventure. La maglia rosa era stata festeggiata con un tuffo nel mare del Poetto, oggi ad accoglierla c’era l’abbraccio delle Dolomiti che può dire di aver dominato con forza, ma soprattutto con un coraggio da leonessa. Kristen milita solo da poco del mondo del ciclismo, 29 anni e alle spalle una laurea in informatica e una piccola carriera da canoista, ma da fine giugno si è imposta sulla scena urlando a gran voce “io ci sono”. Come ci conferma lo staff della sua squadra, l’americana corre meno calcolando, ma più con il cuore, spesso sbaglia, ma quando imbocca la strada giusta ecco che nessuno riesce più a tenerle testa. L’avevamo incontrata in Svizzera quando aveva letteralmente dominato la crono di Vaduz e perso il giro nell’ultima curva della Roland arena, ora che la conosciamo un po’ meglio possiamo dire che Kristen Faulkner ha i numeri e ha solo iniziato a farli vedere.
«L’anno scorso al mio primo Giro ero emozionatissima, ma ero costantemente dietro il gruppo perché effettivamente non riuscivo ad avere una gamba che potesse fare la differenze, e invece quest’anno mi sento davvero bene è un sogno che si realizza» dice Kristen immediatamente dopo l’arrivo, le frasi ancora un po’ sconnesse, è emozionatissima e sta cercando di convincere se stessa circa quello che ha fatto. Ieri aveva provato a far saltare il banco al gruppo, ma dopo una tappa corsa tutta all’attacco aveva dovuto arrendersi alle donne di classifica che, guidate da Annemiek Van Vleuten l’avevano praticamente travolta.
«Ieri mi è dispiaciuto non arrivare all’arrivo, ma ho capito benissimo che era un’operazione impossibile visto che le donne di classifica volevano fare la corsa - prosegue Kristen Faulkner -: dopo che ieri le prime posizioni si sono assestate sapevo che ci sarebbe stato più spazio e così ho cercato di recuperare le fatiche per piazzare un altro attacco. All’arrivo ad Aldeno non sentivo più le gambe, ma questa mattina ero praticamente rinata, non vedevo l’ora di lanciarmi all’attacco. Nell’ultima salita ho visto che Gaia Realini, la mia compagna di fuga, faceva calare la velocità, sapevo che da scalatrice avrebbe tentato di andare via da sola nel tratto più duro e così ho cercato di anticiparla. Ho allungato quando la strada era meno ripida e da quel momento non mi sono più fermata, avevo il mio diesse che mi urlava nelle orecchie e mi incitava, mi spingeva letteralmente ad andare avanti. Poi calcoli alla mano c’era la possibilità della maglia verde così mi sono detta “dai proviamoci”, è stata una spinta ulteriore a non mollare».
Se ieri per Kristen era andata male ecco che oggi con tenacia ha voluto riprovarci: «Penso che porsi continue sfide sia indispensabile per un’atleta, a prescindere dallo sporto che pratica, è così che ho la forza di andare avanti e non arrendermi» ci spiega Kristen, dopo tutto dalla canoa al ciclismo non è cambiato molto, è rimasta la tenacia tipica dell’atleta, solo che ha dovuto trasportare tutto dall’acqua alle due ruote. Nell’ultimo periodo l’abbiamo vista vincere su diversi tipi di terreni, dalla cronometro alle tappe di montagne eppure l’americana con tutta semplicità ci confida che no, non ha ancora capito che atleta potrebbe diventare, ma si divertirà totalmente nel tentativo di scoprirlo.
Kristen ama scherzare ed ora abbracciata dalla maglia del gpm è ancora più distesa. Lei ama vivere ogni tappa come un’autentica avventura dove l’obiettivo principale è mettersi in gioco e non mollare. Per la sua vittoria in Sardegna i suoi genitori si erano alzati proprio nel bel mezzo della notte per festeggiarla e sembra proprio che giorno dopo giorno non abbiano mai perso questa abitudine notturna. «Dopo la Sardegna, mamma e papà hanno deciso di seguire praticamente ogni tappa. Li ho sentiti al telefono dopo il mio attacco di ieri e mi hanno promesso che sarebbero stati davanti al televisore anche oggi solo per me. In Alaska il ciclismo non è molto conosciuto, sono pochi i canali che ne parlano, ma ultimamente c’è anche la possibilità di vedere le corse in diretta. È un’opportunità bellissima perché in questo modo imparano a conoscere l’italia e i luoghi in cui corro».
Se tramite il Giro mamma e papà Faulkner hanno esplorato l’italia, ecco che noi attraverso la fortissima atleta della BikeExchange Jayco abbiamo fatto un autentico viaggio in un paese lontano da noi sia come storia sia come tradizione ciclistica, eppure in questi dieci giorni ci è sembrato improvvisamente molto vicino. Kristen ci tornerà subito dopo la corsa rosa per qualche giorno di vacanza, il tempo di rabbracciare la famiglia prima di partire per la prossima scoppiettante avventura: il Tour de France al femminile.
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