Simon CLARKE. 10 e lode. Il 35enne australiano fa vedere a tutti come fa un ciclista finito per la fatica a vincere con quel poco e con quel tutto che gli rimane. Colpo di reni, colpo di mano, colpo d’occhio, quello che gli resta lo mette sul piatto della bilancia, che va dalla sua parte, per tenacia e resistenza. Vittoria di peso, non solo per il piatto e per la bilancia.
Taco VAN DE HOORN. 9. Per il 28enne olandese della Intermarché è la grande occasione, ma tra i piedi ha Clarke, che gli fa le scarpe, con un colpo di reni. Un piccolo calcetto, niente di più.
Edvald BOASSON HAGEN. 7,5. Fa una corsa di fatica, ma alla fine fa fatica a trovare il modo di liberarsi da quella marcatura scomoda.
Nelson POWLESS. 6,5. Il 25enne corridore americano ha la possibilità ben più che concreta di fasciarsi di giallo. È il giorno forse più alto della sua vita e ci arriva nella posizione migliore, ma forse con le gambe in croce. Tra gli uomini in avanscoperta è quello che dovrebbe provare a dare il tutto per tutto, che in questo caso è la maglia gialla, ma sembra che punti più alla vittoria di tappa che alla maglia.
Magnus CORT NIELSEN. 9. È l’uomo perpetuo, instancabile, riconosciuto e riconoscibile con la sua maglia a pois sulle spalle. È l’uomo Tour, per il momento, per questo inizio scoppiettante di Grande Boucle. È l’uomo simbolo, l’uomo manifesto, l’uomo ovunque, ma unico.
Tadej POGACAR. 7. Se voleva salvare l’osso del collo ci riesce alla grande, con una corsa perfetta, che ha affrontato come un navigato funambolo del pavé. Se voleva dare una botta al Tour, non ci è riuscito. Porta a casa il minimo sindacale. Roglic fuori dai giochi? Certo, ma per via di una caduta. Ma la Jumbo e Vingegaard, a un certo punto sembravano sulle ginocchia, tramortiti da situazioni sfavorevoli come un pugile suonato. Poteva mandarli al tappeto, arrivano ad un amen da lui, in salute.
Luca MOZZATO. 7. Altro piazzamento nei dieci, altra prova di grande sostanza per un ragazzo che corre quasi per grazia ricevuta. Ma è possibile che uno come lui non possa trovare un posto in un team World Tour? Lo troverà.
Wout WAN AERT. 8. Cade a inizio tappa per una chiara disattenzione e sempre per una sua disattenzione rischia di finire contro un’ammiraglia. Subisce la corsa, fatica a trovare il colpo di pedale giusto perché i colpi rimediati nella caduta si fanno sentire. Finisce in crescendo, difendendo alla grandissima la maglia gialla, oltre che la classifica del compagno Vingegaard. Chapeau!
Jonas VINGEGAARD. 9. Secondo me è il vero vincitore di giornata (cambia tre bici), perché gliene succedono di ogni e lui alla fine torna in albergo con un risultato più che lusinghiero. Basta guardare la classifica: ha solo 20” da Pogacar. Per come si era messa, niente. Questa sera ha tutto per poter alzare il calice per un brindisi e da domani avrà a propria disposizione anche Roglic, sfortunato come pochi. La Jumbo poteva saltare per aria, ma questo team ha tutto per poter far saltare il Tour.
Primoz ROGLIC. 17. Cade Caleb Ewan, che in questo inizio di Tour è semplicemente imbarazzante, e lui ne resta coinvolto. Picchia la clavicola che gli esce, lui se la rimette da solo in sede. Difficilmente potrà trovare un varco per risalire, anche se nello sport come nella vita nulla è impossibile. Diciamo che la Jumbo perde Roglic, ma per la vittoria di questo Tour è in piena corsa.
Geraint THOMAS. 6. Gli Ineos subiscono la corsa, ma anche loro alla fine perdono solo qualche secondo. Sempre lì.
Mattia CATTANEO. 7. Il bergamasco sta bene e lo fa vedere in ogni frangente: anche oggi. È il migliore dei nostri. 11° a 55” dalla maglia gialla.
Alberto BETTIOL. 7. La sua squadra – la Ef – è sugli scudi. Lui è tosto ed efficace come pochi, sempre lì a menare le danze con regolarità e asta in resta.
Gianni MOSCON. S.V. Arriva ultimo, a quasi mezzora: c’è qualcosa che non va.
Moto RIPRESA. 2. Una moto della tv urta una balla di fieno che dovrebbe proteggere i corridori, e Roglic ci finisce addosso, procurandosi la lussazione della spalla.