Un’uscita è escursionistica o sportiva, ha tempi da rispettare e medie da tenere, prevede forme di più o meno dichiarato, voluto o soltanto latente agonismo. Un pellegrinaggio è spirituale o perfino mistico, implica un viaggio dentro e fuori se stessi, coniuga lo sport con la fede. Nelle uscite e nei pellegrinaggi i luoghi d’arrivo possono coincidere: la Chiesetta del Ghisallo o il Santuario di Nostra Signora della Guardia, la città di Lourdes o la cattedrale di Santiago di Compostela, ma diverso è l’animo con cui si pedala. Perché in un’uscita prevale il senso dell’impresa, in un pellegrinaggio la ricerca di Dio.
Francesco Cavallaro ha scritto “Ciclisti di Dio” (Ultra Sport, 112 pagine, 11,50 euro), una guida pratica e spirituale al pellegrinaggio in bicicletta. La parte pratica si adatta anche a chi si prepara per una gita o un viaggio laico: l’altezza della sella, la scelte delle gomme, l’abbigliamento tecnico, l’eventuale assistenza di un’ammiraglia o di un furgone... Anche le regole valgono comunque, a cominciare da quelle che riguardano la sicurezza stradale: procedere in fila indiana, meglio se su piste ciclabili, indossare il casco, non distrarsi... E così pure i consigli per l’allenamento: senza, si fa troppa fatica; senza, si finisce con il mettere i piedi a terra; senza, non ne vale la pena. Ma è nella guida spirituale che si dividono le strade di chi fa un’uscita e di chi va in pellegrinaggio.
Pellegrinando, Cavallaro suggerisce di “abbandonare i pensieri inutili e le preoccupazioni per immergerti in ciò che conta davvero”, sostiene che “in bici non sei tenuto a dimostrare alcunché”, promette che “avrai inoltre la felice opportunità di stare con Dio”, potrebbe anche essere la buona occasione per “riscoprire te stesso”, a condizione di essere “chiamato a scegliere il Signore come tuo compagno di viaggio”. E come? Meditando, pregando, o semplicemente ascoltando, fosse anche soltanto il silenzio. “Quando si pedala, anche se lo si fa in compagnia, ci sono molti momenti di silenzio. Approfittane, prima di tutto, per fare pace con te stesso: sei unico e speciale, goditi questa verità”, “Lasciati andare, ascoltati”, “Non riempirti di inquietudini sull’esperienza che stai portando avanti”.
C’è altro. “Nel pellegrinaggio, così come nella vita, può accadere di tutto, in qualsiasi momento”. E “invece di sprecare preziose energie arrabbiandomi, almeno nella quotidianità, tento di cercare il buono e il bello da qualsiasi tipo di accadimento”, così “sorridete di fronte alle difficoltà: fa parte del gioco”. Dalla foratura al Covid, “nessun problema”, perché “l’imprevisto è la misura di quanto sappiamo accogliere ogni evento, bello o brutto che sia”. E ancora: “Cogliete l’occasione del pellegrinaggio per mutare punto di vista”, “Ogni giorno ci viene data la possibilità di ricominciare”. A forza di pedali.
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