Signori si chiude. Si scende. Cala il sipario. Si smette di pedalare. Mettetela come volete, ma il senso è questo. Al termine del Giro d’Italia degli under 23, la gloriosa Viris di Vigevano chiude i battenti. Fine delle trasmissioni. Segnato da una morte atroce quanto drammatica, quella del povero Stefano Martolini, che a soli 41 anni ha perso la vita lo scorso 22 maggio a Castelfidardo, quando si trovava a bordo strada a seguire i suoi ragazzi nella Due Giorni Marchigiana ed è stato travolto nella volata finale da un corridore lanciato nello sprint, Leonardo Pirro, anima di un team che ha diretto per 58 anni ha deciso di dire basta.
«È giunto il momento di fare un passo indietro – dice con assoluta franchezza Leonardo Pirro a tuttobiciweb -. Non è bello e nemmeno facile, ma è necessario farlo. La morte di Stefano (Martolini, ndr) ci ha gettato in un profondo sconforto e così, dopo averne parlato con mio figlio (Gabriele, ndr) e mio genero (Lorenzo Ballabeni, ndr), siamo arrivati alla conclusione che fosse giusto fermarci qui. Lo facciamo con grande dolore, ma è il dolore che ci ha condotto a questa scelta. Il dolore e le difficoltà quotidiane non erano più sopportabili. Fare una squadra di under non è né semplice né tantomeno economico. E poi abbiamo difficoltà a reclutare appassionati, persone che possano darci una mano».
Parla con un filo di voce, Leonardo Pirro. Pesa le parole, le controlla per non farsi prendere dall’emozione. Cerca di guardare avanti, come ha sempre fatto, per questa società nata 78 anni fa, esattamente quando è nato lui e da 58 la guida con passione e dedizione. «Non abbandoneremo il ciclismo, ma ci dedicheremo agli amatori. È molto più semplice, meno impegnativo e poco oneroso: loro si arrangiano», dice.
Si sono arrangiati bene anche tra i dilettanti. Un paio di titoli tricolori, corridori passati al professionismo come Filippo Ganna, Damiano e Imerio Cima o Matteo Moschetti, tanto per fare qualche nome, fanno ormai parte della storia. «Ci ho messo il cuore, tutta la mia passione, contribuendo anche in prima persona con la mia azienda metalmeccanica (OMET Officine meccaniche terzi, di Gambolò a sud di Vigevano, ndr), ma con dolore dobbiamo dire basta. Con lo stesso dolore che il 22 maggio scorso abbiamo pianto la morte di un fraterno amico che ci ha lasciato sgomenti e senza fiato». Sipario.