La Intermachè Wanty Gobert, è la squadra rivelazione di questo Giro d’Italia e dopo il successo con Girmay, oggi è arrivata la seconda vittoria in squadra, grazie a Jan Hirt. Il trentunenne ceco faceva parte di un gruppo di corridori in fuga e grazie alla differenza che ha fatto negli ultimi 2 chilometri sull'ultima salita di giornata, oltre alla tappa è entrato anche nella top 10 della classifica generale.
«Volevo fare qualcosa di buono oggi e andare in fuga – ha detto il vincitore della sedicesima tappa -. In corsa ho avuto dei momenti difficili, soprattutto all'inizio. Il gruppo non andava molto d'accordo nella prima parte della giornata, così ho dovuto faticare molto sul Mortirolo».
Quella di oggi era una delle frazioni più attese dell’ultima settimana, ma se lo spettacolo tra gli uomini di classifica non è stato tra i più interessanti, ci sono stati gli attaccanti di giornata che hanno animato la tappa dedicata al Mortirolo.
«I miei problemi non sono stati solo all’inizio quando mancava un accordo, verso la fine della gara ho avuto guai al deragliatore, non riuscivo più a cambiare il rapporto, poi ho avuto i crampi in discesa, ho sofferto molto, ma volevo vincere così tanto che ho lottato fino alla fine».
Per Jan Hirt questa è la vittoria più importante in carriera e grazie a questo risultato adesso è nono nella classifica generale. «Non so se cambierà la mia carriera aver vinto questa tappa. Ogni volta che mi chiedevano quale corsa avrei voluto vincere, rispondevo sempre che il mio sogno era quello di conquistare una tappa al Giro. Quindi sono contento ma adesso non voglio fermarmi».
La Intermachè-Wanty Gobert questa vittoria l’aveva cercata e già prima della gara, il direttore sportivo Piva, aveva parlato con i suoi ragazzi per entrare nella fuga di giornata.
«Quando sono iniziati gli attacchi sull'ultima salita sono rimasto calmo perchè sapevo che la parte finale era quella più dura. Nel momento in cui Arensman ha attaccato ho capito che non potevo più aspettare e ho deciso di muovermi e attaccare a mia volta. Volevo staccarlo e ce l'ho fatta».
A Hirt la corsa rosa piace e ha sempre desiderato conquistare una tappa sulle strade della corsa italiana. « Mi piace il Mortirolo, è una salita davvero storica. Ogni volta che la affronto al Giro vado in fuga, è la mia terza volta. Sicuramente è una salita che mi dà grande motivazione. Mi piacciono le salite ripide come il Mortirolo. Anche l'Italia mi piace molto. Mi piacciono la cultura, il cibo, la natura e le montagne, in particolare le Dolomiti e le Alpi».
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