Simon YATES. 10 e lode. Avrà anche male al ginocchio, ma è in gamba. Nel senso che ha senso tattico e di posizione. Per dirla alla Riccardo Magrini è lo scienziato, nel senso che sa e fa le cose giuste. Uno scatto solo e via. Anche se non è assolutamente marginale: gli altri tre sono uomini di classifica e si curano, lui un po’ di libertà ce l’ha e se la prende.
Jai HINDLEY. 9. L’australiano d’Abruzzo sta bene e lo si vede ad occhio nudo. Il ragazzo è tipo sveglio e tosto. Avviso ai naviganti: occhio, questo non scherza. Neanche un po’.
Richard CARAPAZ. 8. Lui è dal primo chilometro di questo Giro l’uomo da battere. Il numero uno assoluto, sorretto dal team più forte. Oggi dimostra di stare bene, e forse sta anche meglio di quanto non stesse in Ungheria, ma al momento non ci incatena il cuore. Oggi tappa di grande fatica e generosità: si veste di rosa e per questa sera va bene così.
Vincenzo NIBALI. 9. Comunque vada, va già bene così. E’ una goduria vederlo pedalare là davanti, con la nobiltà più nobile di questo Giro, in una tappa talmente nervosa ed esplosiva che nemmeno gli si addiceva molto. Comunque vada, va già bene così, perché il ragazzo di Sicilia ci regala ancora emozioni forti e palpiti al cuore, come in un “refrain” dolce e infinito che ci riconduce a cose vissute che difficilmente scorderemo, perché le abbiamo negli occhi e nel cuore. Comunque vada, lo Squalo va…
Domenico POZZOVIVO. 9. È un gigante, di tenacia e forza: di resistenza. Con Enzo sono i “fratelli d’Italia”, di quell’Italia che non si arrende e tiene alto il nostro orgoglio pedalatorio. Paga qualcosa, che è però poco, al termine di una tappa che ci dà tanto.
Joao ALMEIDA. 6,5. A ben vedere, sarebbe da insufficienza, perché è un uomo classifica, uno dei grandi favoriti della vigilia, ma io voglio premiare la sua sublime resistenza. È sempre lì: 3° in classifica a 30” dalla rosa. Se son rose…
Mikel LANDA. 5,5. La tappa potrebbe anche sorridergli, perché sulla carta non è nemmeno così lontana dalle sue caratteristiche tecniche, eppure dà l’impressione di non essere mai a proprio agio, di non avere mai la propria tazza di tè fra le mani. Non è in una zona di comfort, ma il fatto che sia ancora lì, in quarta piazza, lo deve confortare.
Pello BILBAO. 7,5. Lo spagnolo fa il diavolo a quattro per tenere lì il proprio capitano. Lavoro prezioso e impagabile, per un corridore che potrebbe rischiare il baratro. Lui lo tiene su, lo protegge, lo incoraggia: immenso.
Emanuel BUCHMANN. 7. Il 29enne tedesco della Bora lavora sodo per Hindley. Lui è davvero l’espressione di un team forte e coeso, che corre bene e sa come si fa. Occhio alla penna.
Juan Pedro LOPEZ. 6,5. Arriva decimo, a 4’25” dalla rosa, dopo una resistenza pazzesca, tutto solo con la sua maglia che sotto il sole cocente del Giro si scolora, ma lui non si accalora, non si arrabbia, non si adombra. Perde da “hombre vertical”, pronto a voltare pagina, per scrivere pagine nuove, pagine belle.
Wilko KELDERMAN. 6,5. È l’olandese della Bora Hansgrohe a transitare per primo sul Colle di Superga. 1. Wilco Kelderman 18 punti per la Maglia Azzurra 2. Jai Hindley 8 pts 3. Emanuel Buchmann 6 pts. Wilko scandisce il tempo, detta il ritmo e, già che c’è, raccoglie punti.
Diego ROSA. 7. Al Gpm il piemontese della Eolo Kometa riesce a tornare su Dombrowski e a transitare per primo. 1. Diego Rosa (Eolo-Kometa) 9 punti; 2. Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ) 4 pts; 3. Joe Dombrowski (Astana Qazaqstan) 2 pts. Rafforza la maglia degli scalatori, un segno di riconoscimento per il team di Ivan Basso, uno dei migliori di questo Giro. Samuele Rivi ha pronta sulla playlist che cura per tenere alto l’umore del team (voto 8), la colonna sonora che sparerà a tutto volume questa sera: vai con “Azzurro”, canzone sempreverde.
Alejandro VALVERDE. 6. L’embatido o “el bala” si prende una “bala”, per dirla alla veneta (ciapar “na bala”…), anche se siamo in Piemonte. Fatica nella prima canicola di stagione, in una tappa nervosa e tosta come poche, dove la strada toglie il respiro, anche perché trasuda di calore e se non si sta bene, si cuoce: a fuoco lento. E oggi, don Alejandro, non era proprio velocissimo.
Filippo ZANA. 6. Si fa vedere il ragazzo della Bardiani Csf Faizané, che parte e va con Joe Dombrowski (Astana Qazaqstan), Ben Zwiehoff (Bora-hansgrohe), Diego Camargo (EF Education-EasyPost), Diego Rosa (Eolo-Kometa), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Ivan Sosa (Movistar) e Alessandro Covi (UAE Team Emirates). Ma oggi era dura rimanere là.
Alessandro COVI. 6. Il talento della UAE Emirates sente la corsa è porta via la fuga: Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Anthony Perez (Cofidis) e Simone Ravanelli (Drone Hopper-Androni Giocattoli) sono i suoi compagni di avventura. Il ragazzo di Taino resterà poi sempre nel vivo della corsa, in una torrida giornata dove sarebbe meglio stare sotto un platano e non in sella ad una bicicletta.
Mathieu VAN DER POEL. 4. Il Giro ha il potere di depotenziare anche i pochi grandi campioni che decidono di venire a correre sulle strade della “corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”. Oggi pensava di poter fare una tappa delle sue, ma forse non si è fatto descrivere bene le nostre strade e ha preso una musata pazzesca. È chiaro che nel ciclismo - come in ogni sport - la regola è perdere, le vittorie sono semplici pause tra una delusione e l’altra (questo valeva anche per il Cannibale Merckx), ma per l’asso olandese questo Giro sta dicendo in maniera chiara che una corsa così non si improvvisa: forse dare un’occhiatina in più al percorso e raccogliere qualche informazione sulle salite della corsa rosa avrebbe aiutato il fuoriclasse della Alpecin-Fenix a limare le brutte figure.
Nico DENZ. 17. Non danza Nico, ma traballa e cade: subito. Brutto inizio di giornata per il 28enne tedesco della Team DSM, che barcolla, ma non molla.
Giacomo NIZZOLO. 5. Sono in tanti a fare i bagagli e a tornare a casa. Con il brianzolo della Israel anche Cees Bol, velocista olandese della DSM, e Alexander Krieger (Alpecin-Fenix). E anche Tom Dumoulin. Per Jack un nuovo ritiro, per comprendere il perché di una condizione buona ma non super e, probabilmente, riprogrammare una stagione che verteva tanto sulla corsa rosa. Come canterebbe la Rappresentante di Lista: ciao ciao.