Arnaud DEMARE. 10. Alé! Non è solo il logo del produttore di maglie, ma è l’ennesimo grido di battaglia del velocista transalpino, prima dell’urlo finale: olé! Terzo squillo di tromba del ragazzo in maglia ciclamino, terzo acuto rossiniano di uno al quale capita di steccare, ma che difficilmente si ripete nell’errore, perché Arnaud, al massimo, si ripropone, per un nuovo sprint. Prima un Alé. Poi un Olé!
Phil BAUHAUS. 8. Ha poco da rimproverarsi, perché nel finale c’è eccome, con una volata convincente e di rara potenza. Ha solo un problema: quel Demare tra i pedali. Se non ci fosse il velocista della Groupama, sarebbe festa.
Mark CAVENDISH. 6,5. Il 36enne velocista dell’Isola di Man tiene duro in una frazione esigente, non proprio adattissima ai velocisti puri. Lui ci arriva, a disputare la volata, si fa vedere, ma non entra benissimo nella fotografia finale. Manca Mørkov? Credo di sì.
Fernando GAVIRIA. 5. Ci ronza attorno, arriva sempre lì, ci prova in tutti i modi, ma resta dietro. Inesorabilmente.
Alberto DAINESE. 5. Il ragazzo padovano ci riprova e si butta, ma resta imbottigliato, prima di restare in una bolla, che lo allontana dai primi. Ci sono sconfitte di misura e quelle come questa, che sono facilmente misurabili.
Simone CONSONNI. 5,5. Sta provando a reinventarsi, a prendere le misure, lui che in ogni caso ha i tempi e i modi. Oggi c’è, ma meno di altre volte.
Giacomo NIZZOLO. 5. Tappa veloce e dura, che fiacca, che toglie energie ai velocisti puri, ma che generalmente esalta Jack: oggi però ci arriva con le ruote sgonfie e le gambe molli.
Mirco MAESTRI. 9. Era il 30 maggio del 2019, arrivo a Santa Maria di Sala. Quel giorno il Giro sorrise a Damiano Cima, che restò in fuga per tutto il giorno con Maestri e Denz: alla fine, solo il bresciano riuscì a resistere al ritorno del gruppo e a vincere la sua prima e ultima tappa al Giro d’Italia. Oggi Damiano è un ex, è al Giro come “regolateur”, Mirco non veste più la maglia della Bardiani Csf, ma quella della Eolo Kometa. Nonostante questa sia stata una premessa, il 30enne ragazzo di Luzzara ci ha riprovato, tre anni dopo, generosamente e fino alla fine. Niente da fare, come allora: viene risucchiato nella pancia del gruppo nell’ultimo chilometro. Viene ripreso e soffocato. Sicuramente il suo animo sarà ferito, ma è da ciclista leccarsi le ferite e ricominciare serenamente come se nulla fosse successo. Difatti nulla è successo. La corsa di oggi non è altro che una semplice tappa che ci conduce alla successiva: per una nuova storia. Per un nuovo traguardo.
Filippo TAGLIANI. 6. Il ragazzo della Drone Hopper Androni Giocattoli parte deciso al km 12. Evadono con lui in quattro: Nicolas Prodhomme (AG2R Citroën Team), Julius van den Berg (EF Education-EasyPost), Mirco Maestri (EOLO-Kometa) e Pascal Eenkhoorn (Jumbo-Visma). È l’uomo delle fughe, l’uomo perpetuo che non si ferma, ma scatta. Ha l’argento vivo in corpo, prima di avere le gambe di piombo.
Diego ROSA. 6. Pronti via, e il piemontese della Eolo Kometa in maglia azzurra Mediolanum è prontissimo. È lui a suonare la carica fin da subito, seguito da Julius van den Berg (EF Education-EasyPost) e Roger Kluge (Lotto Soudal). È il primo sparo in un cielo azzurro che si confonde con il mare di Sanremo. Un primo sparo per una tappa scoppiettante.
Alessandro DE MARCHI. 17. Dopo pochi chilometri, il rosso di Buja si avvicina alla macchina dell'equipe medica, quella diretta dal professor Giovanni Tredici e guidata dal dottor Massimo Branca. Il friulano di San Daniele del Friuli lamenta un dolore alla tibia, colpita da un sasso. Quando si dice che la fortuna è cieca, ma la malasorte ci vede benissimo: che mira…
Romain BARDET. 17. Una notte insonne, dolori allo stomaco che ti piegano in due, ma la testa non accetta la resa. Il transalpino - uno dei grandi favoriti alla vittoria finale - ci prova, non vuole alzare bandiera bianca, spera che qualcosa possa cambiare, ma certi dolori non fanno giri immensi, semplicemente restano lì sullo stomaco, e sono sufficienti per farti tornare indietro: dal Giro. Peccato, peccato davvero
Simon YATES. 17. Sta male, già da un po’, e anche oggi la sua tappa è un vero calvario. Arriva staccatissimo, 149° a 7’44”. Non il modo migliore di giungere alla settimana decisiva, perché per lui – purtroppo – tutto è già deciso. Da tempo.
BERSAGLIERI. 69. In questi giorni (16-22 maggio), Cuneo ospita il 69° Raduno dei Bersaglieri, che sono ciclisti, sono anche ciclisti. Quindi, Cuneo e il Giro d’Italia, oggi, non poteva essere vetrina migliore: festa nella festa, per chi è bersagliere, va di corsa e ha sempre vent’anni.