
Dopo la spettacolare tappa di ieri sull'Etna, il Giro chiude la sua breve permanenza in Sicilia in questa edizione numero 105 con la Catania-Messina. Sono 174 i km da percorrere con la sola difficoltà altimetrica di Portella Mandrazzi, GPM al km 75,3.
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Da Catania fino alle porte di Taormina si percorrono strade abbastanza ampie, ma planimetricamente costellate di curve, con pochi tratti rettilinei, sebbene altimetricamente sostanzialmente piatte. Una volta lasciata la costa di affronta la lunga scalata di Portella Mandrazzi (pendenze attorno al 4% medio) che, seguita da una lunghissima discesa, porta alla costa nord dell’Isola. Gli ultimi 70 km si snodano tutti sulla strada costiera abbastanza ampia e pianeggiante, con pochi centri abitati e con poche variazioni di direzione.
A circa 4 km dall’arrivo la corsa lascia la statale per entrare con un breve strappo dentro l’abitato di Messina. Si percorrono quindi ampi viali cittadini per la prima parte in discesa per poi risalire fino ai 1500 m. Breve discesa e a 800 m dall’arrivo dove di trova l’ultima curva e dove di arriverà con una probabile volata.
Rispetto agli orari tradizionali, la tappa odierna scatta prima e si conclude prima, in maniera da favorire poi le operazioni di imbarco alla volta del continente, visto che la tappa di domani prenderà il via da Palmi, in provincia di Reggio Calabria.
ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO
Si parte sulla costa orientale dell’isola, presso Catania, ai piedi dell’Etna. La città è il frutto della ricostruzione dell’abitato, dopo il terremoto del 1693, in stile stile Barocco siciliano. Il fulcro di Catania è Piazza Duomo, con la cattedrale di Sant’Agata, ricostruita sulle macerie della cattedrale normanna dell’XI secolo distrutta dal terremoto.
Al centro di Piazza Duomo si trova “u Liotru”, elefante in pietra lavica simbolo di Catania, che sostiene un obelisco egiziano. Sul lato nord si trova il Municipio (Palazzo degli Elefanti). In Piazza Federico II di Svevia si erge il Castello Ursino, costruito per volontà dell’Imperatore svevo. Oggi è il museo più rappresentativo di Catania: conserva reperti romani e greci e la Pinacoteca.
La cucina catanese è una delle più ricche e gustose della Sicilia: tra i piatti di mare sono da provare l’insalata di mare con polpi, gamberi e occhi di bue (molluschi tipici di questo mare) bolliti, i masculini marinati (alici del mar Ionio marinate in olio e limone), “u mauru” (alga cruda condita con limone). Tra i primi invece merita il posto d’onore la pasta alla Norma, che prende il nome da un celebre capolavoro di Vincenzo Bellini: salsa di pomodoro, melanzane fritte, basilico e ricotta salata grattugiata. Il piatto forte della rinomata rosticceria catanese sono gli arancini, piccoli timballi di riso impanati farciti di vario ripieno. I dolci tipici sono i cannoli di ricotta, la cassata siciliana, ma soprattutto la frutta martorana o pasta reale (pasta morbida a base di mandorle in forma di frutta colorata).
I vini più rappresentativi sul territorio catanese sono quelli che si producono sull’Etna: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, Minnella e Catarratto, tutti vitigni che concorrono alla produzione di vini classificati come Etna DOC.
Il percorso prosegue per Acireale, lungo una costa caratterizzata dalle scogliere di origine lavica. La piazza principale è Piazza Duomo, su cui affacciano la cattedrale, di origine quattrocentesca, la basilica dei Santi Pietro e Paolo e il Palazzo del Comune, con impianto barocco. Segue la
frazione di Guardia. Importante polo ubrano, Giarre si inserisce tra la fertile piana costiera e le prime propaggini dell’Etna.
Il centro di Giarre si è sviluppato intorno a due vie, via Callipoli e via Archimede, oggi corso Italia. L’intera zona è costituita da strade di basolato lavico e edifici patrizi eretti tra il XVIII secolo e gli inizi del XX; sono di rilievo alcuni dettagli liberty come quelli di Palazzo Bonaventura (ex Quattrocchi) e dell’ex centrale idroelettrica Fratelli di Mauro. Nella piazza principale (Piazza Duomo) si trova la chiesa madre dedicata a sant’Isidoro Agricola, di stile neoclassico, la cui costruzione fu iniziata nel 1794. La più antica chiesa di Giarre è però il santuario di Santa Maria la
Strada, nell’omonima frazione: risale al 1081.
Tra i prodotti tipici troviamo il cor’i cani (in italiano “cuore di cane”), una particolare bibita a base di granita al limone, menta e acqua. Qui nacque, nel 1945, il cantautore Franco Battiato.
Si prosegue poi per Fiumefreddo di Sicilia, al centro di un’importante zona agrumaria, sul cui territorio è presente la cosiddetta Torre rossa, edificio funebre di età romana, tra i pochi esempi di architettura funeraria a carattere monumentale nella Sicilia antica.
Continuando a penetrare nell’entroterra si passa nella provincia di Messina con Chianchitta, popoloso quartiere di Giardini-Naxos, e in seguito Motta Camastra, nella frazione di Fondaco Motta, a poca distanza dalle Gole dell’Alcantara, caratteristiche forre laviche con pareti verticali strapiombanti.
Il percorso raggiunge il primo traguardo volante di tappa a Francavilla di Sicilia, al centro della Valle dell’Alcantara, a nord dell’Etna, non distante dalle prime cime dei Monti Nebrodi. A Francavilla è presente un Museo di storia francescana e contadina, ospitato all’interno del convento dei Cappuccini.
Il percorso prosegue in salita fino ai 1.125 metri s.l.m. di Portella Mandrazzi, unico GPM di tappa, di 2a categoria. Il passo, appartenente alla catena dei Monti Peloritani, segna anche il confine tra i comuni Francavilla di Sicilia e Novara di Sicilia, prossimo passaggio della carovana, ora in discesa.
Novara di Sicilia sorge a valle di un imponente sperone di roccia, la Rocca Salvatesta, che raggiunge i 1340 metri di elevazione. L’antico castello, oggi in rovina, fu costruito nel V secolo, mentre il duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, è una struttura originariamente del XV secolo ma più volte ricostruita.
È la volta poi di Mazzarrà Sant’Andrea, centro agricolo specializzato nel vivaismo floro-agrumicolo, e di Terme Vigilatore, sulla costa tirrenica, antico centro termale, con la Villa Romana del I secolo a.C. in contrada San Biagio, interessante esempio di villa romana suburbana di lusso.
Una galleria introduce a Barcellona Pozzo di Gotto, comune più popoloso della città metropolitana dopo Messina e apprezzata meta turistica. Da non perdere il duomo di San Sebastiano, in stile neoclassico, la chiesa di San Giovanni Battista, monumento nazionale, e la bella spiaggia di Calderà, una lunga distesa di ghiaia e ciottoli.
Si prosegue tagliando il promontorio di Milazzo; una seconda galleria porta a Monforte Marina, località costiera del comune di Monforte San Giorgio con spiagge caratterizzate da sabbia fine e chiara. Duomo di San Sebastiano, Barcellona Pozzo di Gotto.
A Villafrance Tirrena si trova il secondo traguardo volante di questa tappa. Qui si trova il castello di Bauso (antico nome della città), edificio fortificato di origine cinquecentesca, con attorno un magnifico giardino all’italiana, oggi in attesa di ripristino. Presso la frazione Calvaruso è presente un santuario che conserva una leggendaria statua lignea secentesca dell’Ecce Homo.
Di qui si passa nel territorio del comune di Messina attraverso il borgo marinaro di Rodia, la frazione costiera di Spartà, la frazione di Ganzirri, con il lago omonimo appartenente alla Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro, e infine Piazza Castronovo.
Si raggiunge quindi l’arrivo a Messina, città portuale (primo porto in Italia per numero di passeggeri in transito) sita sullo stretto omonimo, nei pressi dell’estrema punta nord-orientale della Sicilia (Capo Peloro).
Il duomo di Messina è uno dei più antichi d’Italia: la costruzione risale al 1150 circa. Il campanile contiene un magnifico orologio astronomico animato, che è considerato il più grande e complesso del mondo.
All’ingresso del Porto di Messina, nell’antico forte San Salvatore costruito nel 1546, si trova invece la Madonnina del Porto, alta 7 metri, realizzata in bronzo dorato dallo scultore Tore Calabrò. Venne inaugurata nel 1934 da papa Pio XI. La cucina messinese è una delle più antiche in Sicilia e risente soprattutto dell’influenza greca, pur rappresentando un filone assolutamente originale. Si basa in particolare sul pesce e i frutti di mare, sui dolci a base di mandorla, canditi e ricotta, oltre che sull’arte della gelateria, particolarmente apprezzata per le granite.
Messina è importante e storica sede universitaria grazie alla Studiorum Universitas fondata nel 1548, in cui insegnò anche Giovanni Pascoli.
da Tv RoadBook
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