Non voleva nemmeno correrla, questa Roubaix, perché non stava bene, non sentiva la gamba, non voleva fare la comparsa. Poi sulle pietre più famose del mondo ha trovato l'ispurazone per firmare l'ennesima grande impresa della sua carriera.
«È incredibile, sto vivendo un momento fantastitico - sono state le prime parole della campionessa italiana - ho ottenuto davvero un risultato straordinario che voglio condividere con la mia famigliae con il mio fidanzato (il suo collega Jacopo Mosca, ndr). Ma un grazie particolare va a tutta la mia squadra, la Trek Segafredo. Il cammino di avvicinamento a questa grande corsa non è stato per niente facile, ho dovuto prendere degli antibiotici e avevo comunicato alla squadra che non me la sentivo di venire alla Roubaix, non volevo fare la comparsa. Ma la squadra ha insistito perché io fossi presente. "Tu vieni perché puoi vincere" mi hanno detto. E così è stato, grazie anche ad un gioco di squadra perfetto. È veramente un momento straordinario».
Poi in conferenza stampa il racconto si arricchisce: «E' stato puro istinto quello di attaccare: ho visto che c’era un buon margine e ho pensato che fosse una buona mossa quella di spostarmi in testa e mettere Lucinda nella posizione migliore per seguirmi e far inseguire la SD Worx. Quindi sono andata via e da lì è poi nato tutto».
Per Elisa entrare nel velodromo di Roubaix è stato quel segno che le ha fatto capire che la vittoria era veramente la sua e quel suono di campana, l’ha lanciata verso l’ultimo giro di pista, con la certezza di aver compiuto la sua opera più bella. «Questa è la Roubaix, ecco! Entrare nel velodromo è una sensazione incredibile. È come attraversare un inferno dantesco, e poi all'improvviso ritrovarsi in paradiso, e puoi davvero godertelo. Ancora non ci credo davvero».
La Trek-Segafredo non ha mai avuto dubbi sulle capacità di Elisa, tanto da convincerla a partecipare alla corsa, con la certezza che il risultato sarebbe arrivato. «La mia squadra la Trek-Segafredo è stata straordinaria perché hanno dimostrato di avere molta fiducia in me. Mi hanno portato a questa gara anche se avevo detto che non ero pronta, ma continuavano a dire: Sei più che pronta e sappiamo che sei capace di farlo. Devo dire che avevano ragione loro».
Un successo che la Longo Borghini, vuole condividere con tutta la squadra, definendo le compagne, delle pedine perfette lungo il percorso. «Vorrei portare tutta la mia squadra sul podio, perché ognuna di loro ha avuto un ruolo importante per arrivare alla vittoria. Lucinda è stata perfetta e tutti erano esattamente dove dovevano essere in ogni settore. Siamo stati una squadra determinata e pronta a tutto oggi. È stata una grande prestazione di squadra e senza di loro non avrei vinto nessuna gara».
L’inizio dell’anno per Elisa Longo Borghini non è stato facile. Ha avuto dei problemi di respirazione legati alla sinusite e questo le ha causato dei rallentamenti durante la preparazione, costringendola anche a tornare indietro. « Ho avuto dei problemi di sinusite e con un problema del genere nel ciclismo è molto difficile, perché la respirazione è fondamentale. Quindi ho dovuto fare un passo indietro per poterne fare due in avanti. Così ho saltato l’Amstel Gold e la Freccia del Brabante e sono riuscita a liberarmi dell'infezione con gli antibiotici. E alla fine, quando mi sento bene, vinco».
Elisa è una ragazza semplice, come le dediche che fa quando vince una gara, dove tutto il suo ringraziamento, va a quelle persone che ogni giorno le sono vicino e la incoraggiano. «Questa vittoria è per la mia famiglia, per il mio fidanzato Jacopo, mio padre e mia madre, che sono quelle persone che mi tengono sempre alto il morale e poi naturalmente per la mia squadra». Elisa in Trek-Segafredo ha trovato anche un compagno, si tratta di Jacopo Mosca, che è subito volato in Francia per vederla. « Dopo il Giro di Sicilia, ieri è volato qui immediatamente per vedermi prima di partire per un training camp in altura».
Per la Trek-Segafredo quella di oggi è la seconda vittoria in due edizioni della Parigi-Roubaix. L'anno scorso nella prima edizione Lizzie Deignan aveva vinto in solitaria, adesso è stata la volta di Elisa Longo Borgini, lei che per tre volte ha vinto il titolo italiano, lo scorso anno era arrivata terza. La ragazza di Verbania dopo aver conquistato il Giro delle Fiandre nel 2015, Strade Bianche nel 2017 e il Trofeo Binda due volte (2013 e 2021), dopo il bronzo olimpico a Tokyo, adesso ha conquistato una delle sue vittorie più belle, grazie anche a un incredibile lavoro di squadra. « Questa è una squadra che lotterà sempre l'una per l'altra. Abbiamo ragazze forti, ma siamo amiche anche fuori gara. Questo rende questa squadra unica e anche con il team maschile abbiamo un legame forte. Lo scorso anno ero caduta 5 volte e hanno riso un po’ di me. I ragazzi però mi hanno saputo dare un consiglio d'oro: continuare a pedalare, in ogni circostanza. Quindi sono rimasta dritta senza cadere quando ho preso una traiettoria molto larga e questo è stato per me un insegnamento importante».