Tadej POGACAR. 10 e lode. Fenomeno e fenomenale. Pazzesco e pazzo. L’aveva detto e confidato tre giorni fa a Ernesto Colnago: “Vado a Siena e vinco!”. Detto e fatto. Sapevano tutti quello che avrebbe potuto e voluto fare, ma contro questo ragazzo dal talento cristallino, avviato a diventare il corridore più forte della storia del ciclismo, c’è poco da fare. Se ne va a cinquanta chilometri dal traguardo, Monte Sante Marie in discesa, con un filo di gas. Gli risponde Alaphilippe, ma capisce subito che c’è poco da fare. Al bimbo è sufficiente controllarsi alle spalle e sgasare ancora: il gioco è fatto. Nel finale resiste al ritorno rabbioso e pericoloso di Valverde e Asgreen. Rifiata, controlla e ragiona: da campione. Gioca Taddeo e noi ci divertiamo come bimbi al luna park. Zucchero filato.
Alejandro VALVERDE. 10. C’è un bimbo terribile di soli 23 anni, ma ce n’è uno che di anni ne ha 42 e non scherza affatto. Esempio di classe e longevità. Esempio di campione infinito, fino alla fine. Alziamoci in piedi, applausi a scena aperta. Il vecchio abbraccia il bambino, io ebbro di gioia li abbraccio entrambi.
Kasper ASGREEN. 8,5. Il 27enne danese ha il via libera da Alaphilippe e ci prova. Da tutto quello che ha, e alla fine si prende un più che meritato podio.
Attila VALTER. 8. Quarto posto sontuoso per l’ungherese, che fa qualcosa di grande.
Pello BILBAO. 8. Arriva sulle strade bianche e si esalta. Corridore.
Simone PETILLI. 8. Primo degli italiani, con un bellissimo e buonissimo 9° posto.
Lorenzo ROTA. 7,5. Il 26enne bergamasco dopo un grande Laigueglia, fa anche una buonissima Strade Bianche. Bravo davvero.
Julian ALAPHILIPPE. 6. Sfortunatissimo a 100 km dal traguardo, quando un colpo di vento lo fa volare via assieme a tantissimi corridori. Dopo insegue per ricucire sul drappello di testa (con Pogacar) e spende tanto, ma ci prova, fino alla fine. Fino a finirsi. Oggi festeggia 500 giornate di corsa con i “Wolfpack” e invece di soffiare sulle sue virtuali 500 candeline, il vento soffia su di lui.
Samuele ZOCCARATO. 7,5. Lesto a entrare nella fuga di giornata, lesto a restare in piedi nonostante le maligne folate di vento, il 24enne padovano della Bardiani CSF Faizané resta con i migliori per lungo tempo, quando gran parte dei suoi pari grado erano già belle retrovie da un po’.
Davide MARTINELLI. 6,5. Il 28enne figlio d’arte della Astana è nel gruppo di testa quando viene abbattuto da una folata di vento. Corsa carogna, anche per lui. Non solo per lui.
Lilian CALMEJANE. 6,5. Il 29enne transalpino della AG2R Citroën, anima la fuga di giornata in compagnia di Davide Martinelli (Astana Qazaqstan), Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè), Edoardo Zardini (Drone Hopper-Androni Giocattoli), Simone Bevilacqua, Sergio Garcia (Eolo-Kometa), Taco Van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert), Marco Brenner e Leon Heinschke (Team DSM).
Tiesj BENOOT. S.V. Il corridore della Jumbo-Visma, vincitore della Strade nel 2016, dopo la caduta, ha abbandonato la corsa.
Luca GUERCILENA. 10. Direttore Generale della Trek Segafredo, a metà agosto dello scorso anno aveva reso pubblica la necessità di fare uno stop, per curarsi da un linfoma. Mercoledì era all’arrivo del Laigueglia, oggi alla Strade Bianche è tornato in gruppo e in ammiraglia. Il peggio è alle spalle, davanti tante strade piene di colori. E una nuova primavera.
Lotte KOPECKY. 10 e lode. La 26enne pluricampionessa della pista, nonché campionessa del Belgio, resiste sulla rampa finale di via Santa Caterina alla disperata progressione della Van Vleuten e poi la trafigge in una volata senza storia e per la storia. È sua l’edizione numero 8 della Strade Bianche.
Annemiek Van VLEUTEN. 9. Fa tutto quello che deve fare per vincere per la terza volta in carriera la Strade Bianche, ma la 39 enne olandese si trova attaccata alla schiena una Kopecky inesauribile, che corre sulla sua ruota e da lì non si muove. Le manca solo la volata, ma nulla può con una velocista.
Ashleigh MOOLMAN. 9. La 36enne sudafricana della Sd Worx, completa un successo di squadra pazzesco, con un podio che per lei vale davvero una vittoria.
Katarzyna NIEWIADOMA. 7. La 27enne polacca della Sram Racing era data tra le grandissime pretendenti al successo finale, e arriva lì, appena sotto il podio.
Marianne VOS. 6. La divina olandese, 34enne della Jumbo Visma, è sempre lì, nel vivo della corsa, ma le manca qualcosa per giocarsi una corsa che oggi è troppo esigente per lei.
Elisa LONGO BORGHINI. 6. La 30enne portacolori della Trek Segafredo è ancora una volta la migliore delle italiane. Dopo la vittoria del 2017 e altri tre podi, la campionessa italiana si deve accontentare dell’8° piazza.
Silvia PERSICO. 6,5. Bravissima la 24enne bergamasca della Valcar che porta a casa un preziosissimo nonché prestigioso 10° posto.
Una RUSSA, due UCRAINE. 10. Anna Potokina, Viktoriia Melnychuk e Maryna Ivaniuk, tutte e tre con la stessa maglia, quella della Servetto Makhymo-Baltrami TSA. Tre ragazze e due bandiere, non ammainate, non in guerra, ma per la pace.
Regia TV. 9 e 4. Per gli uomini immagini pazzesche (prima auto produzione di Rcs Sport, affidata al Gruppo Euromedia con operatori francesi, quelli del Tour per intenderci. Voto 9), per le donne sempre il Gruppo Euromedia che però si affida a personale ed equipaggio italiano, autoctono insomma, che offre un servizio al limite dell’imbarazzo: il finale è da ubriachi (possiamo dire entrambi, colpa del regista? Probabile), nel senso che la regìa va nel pallone e non vediamo nulla. Per capire chi vince tra le ragazze, lo scopriamo dopo il traguardo. Guardate le immagini finali, sono l’ideale per far comprendere a chi ambisce a diventare un tecnico della comunicazione televisiva che cosa non va fatto, ma loro lo fanno. E meno male che Pogacar è da solo, perché il mal di mare nel finale ci viene lo stesso, perché seguire il ciclismo sembra facile, ma così non è. Male la prima! Voto 4.