Egan Bernal non ha mai nascosto la sua ammirazione per Marco Pantani e le carriere dei due campioni presentano molte analogie, a cominciare dal giorno di nascita, il 13 gennaio.
Anche l’incidente di cui il colombiano della Ineos Grenadiers è stato sfortunato protagonista lo scorso 24 gennaio ricorda quanto accadde all’allora allievo Marco Pantani.
A ricordare l’episodio è Andrea Agostini, oggi dirigente della UAE Emirates, grande amico di Marco e allora suo compagno di squadra. «Era il 1985, correvamo tra gli allievi e vestivamo la maglia biancoazzurra della Fausto Coppi di Cesenatico. A quei tempi negli allenamenti invernali si utilizzava lo scatto fisso, per fare velocità e rompere il fiato. Ricordo che stavamo pedalando da Gatteo a Mare verso Fiumicino, io ero al centro della strada, alla mia destra c’era Cesare Cortesi e sul ciglio della careggiata Marco. D’un tratto un botto clamoroso, improvviso, pazzesco».
Cos’era successo? Semplice: procedendo a testa bassa Marco era andato a scontrarsi con un furgone - Agostini ricorda che era un Kombi Wolkswagen, lo storico mezzo degli hippies, modificato e trasformato in furgone - fermo a bordo strada.
«Marco ha preso in pieno il furgone - spiega Agostini - ed è finito a terra. Non c’erano i telefonini allora, ricordo di aver raggiunto in bici la prima casa che ho trovato, di aver chiesto se potevo telefonare e di aver chiamato la Croce Rossa. Marco riportò un trauma cranico e si procurò quella ferita sopra al labbro la cui cicatrice ha sempre caratterizzato il suo volto».
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