Una nuova frontiera, un modo completamente innovativo per affrontare la lotta al doping. Un panorama degno di una serie poliziesca americana, fatto di investigazioni, controlli, infiltrati, agenti sotto copertura, informatori...
Esagerazioni? Decisamente no, anzi: è la strada del futuro. A tracciarla sono le parole di Amina Lanaya, direttore generale dell’Uci. «Sono convinta che oggi i controlli non siano lo strumento più efficace nella lotta al doping. Penso sia necessario un salto di qualità, oggi tutto sta passando attraverso l’intelligence, l’investigazione, la collaborazione con la Polizia. Forse azzardo, ma credo che ci sia anche la necessità di infiltrarsi, di lavorare nell'ombra, nelle squadre, nei gruppi sportivi. E a mio parere bisogan anche valutare la possibilità di ricorrere agli informatori, eventualmente anche di pagarli. Non so se giuridicamente sia possibile farlo, ms potrebbe essere un elemento dissuasivo e aiutarci ad ottenere risultati decisivi».
E ancora: «Dobbiamo puntare sull'effetto dissuasivo. Quando si cominceranno a vedere dei casi positivi tra gente che si ritiene intoccabile, credo che "radio gruppo" funzionerà ancora meglio. Dobbiamo far sì che gli imbroglioni sentano che siamo alle loro spalle, che li stiamo braccando e non che i loro problemi siano solo i controlli da affrontare quattro o cinque volte l'anno».