Hanno fatto un grande sforzo, hanno recupero molti dei nostri campioni dimenticati, ai quali ieri mattina a Milano è stato consegnato il prestigiosissimo collare d’oro, la massima onorificenza per uno sportivo. Il Coni ha “sanato” la situazione, come ha giustamente sottolineato il presidente Giovanni Malagò, affiancato dal sottosegretario Valentina Vezzali e dal segretario generale Carlo Mornati. E all’Auditorium Laverdi di Milano. E il ciclismo è stato il piatto forte, con gli ex iridati della corsa su strada: Vittorio Adorni, Marino Basso, Francesco Moser, Beppe Saronni. Moreno Argentin, Maurizio Fondriest, Gianni Bugno e, in rappresentanza di papà Felice, Norma Gimondi. Un atto giusto, giustissimo, riparatore. Peccato che ci si sia ricordati solo degli atleti, e siano stati dimenticati tecnici importanti che hanno contribuito a scrivere la nostra storia e quella di tantissimi corridori. Mi riferisco a gente di alto profilo come Edoardo Gregori, Sandro Callari, Dario Broccardo, Giosué Zenoni, Dino Salvoldi o Niko De Lillo. Non so di chi sia la colpa – ma di colpa si tratta, esattamente come i tanti troppi atleti dimenticati e “sanati” ieri mattina, anche con il nostro contributo -, ma è giusto farlo presente. Moralmente trovo che vada fatto e spero che questa “dimenticanza”, possa essere sanata dal presidente Malagò, che ha dimostrato in questi anni e anche ieri, di avere buona memoria.
P.S. Mi scuso con quei tecnici azzurri che ho dimenticato, e colgo l’occasione per sollecitare chi ha buona memoria, di segnalare senza titubanza alcuna.