Sonny COLBRELLI. 10 e lode. L’uomo con la faccia sporca ha un cuore grande. L’uomo con la faccia sporca ha un sorriso che ci riempie gli occhi. L’uomo con la faccia sporca urla una gioia incontenibile, forte e incredula, come noi. L’uomo con la faccia sporca è anche l’uomo della pioggia, ma quando entra nel velodromo di Roubaix il sole lo accoglie come si accoglie un re. L’uomo con la faccia sporca è un angelo che ci regala la pietra dopo Tafi, un digiuno durato ventidue anni. L’uomo con la faccia sporca è l’uomo dell’anno, che vince tricolore, europeo e Roubaix, e si porta a casa anche il nostro Oscar. Faremo festa assieme, abbiamo più di un motivo per farlo.
Florian VERMEERSCH. 9. Il 22enne della Lotto Soudal fa una corsa “monstre” al suo esordio sulle pietre. Il ragazzo c’è e lo si vede a occhio nudo. Lo vedono un po’ tutti, quando se ne va e resta là davanti.
Mathieu VAN DER POEL. 7,5. Fa una corsa pazzesca, come è solito fare, anche se dà sempre l’impressione di usare più le gambe (mostruose) che la testa (sempre china a menare come un ossesso). Bisogna dirlo: a lui non è uomo che rischia di perdere per vincere una corsa. Non specula mai, e in certi casi è davvero un limite.
Gianni MOSCON. 9. Fa una corsa straordinaria, di bellezza rara. Ma sappiamo bene – e lo sa anche lui – che la Roubaix è una corsa bastarda. Quando è là davanti solo al comando, prima una foratura e poi una scivolata non solo lo rallentano, ma lo annientano. Nella foga disperata di non farsi braccare, non si alimenta, e nel finale le gambe faticano a produrre potenza. Quando gira male c’è poco da imprecare. Lui non lo fa nemmeno quando è costretto a cambiare bicicletta: scende di sella, poggia delicatamente la sua Pinarello per terra, e sale sulla sua nuova Dogma. Con calma, con assoluta calma. Imparare, please.
Yves LAMPAERT. 7,5. Il 30enne corridore belga fa anche lui corsa di testa, poi finisce per le terre, ma non si può che dirgli bravo.
Christophe LAPORTE. 6,5. Il transalpino della Cofidis si esalta sulle pietre viscide della Roubaix. Corsa di livello, per un corridore che è ormai di livello assoluto.
Wout VAN AERT. 5. Ci sono tutti gli ingredienti per esaltarlo, ma a questo punto della stagione non c’è più lui.
Guillaume BOIVIN. 6,5. Il 32enne canadese della Israel Nation è sempre nel vivo della corsa, fino alle battute conclusive, quando viene tagliato fuori dalla malasorte.
Jasper STUYVEN. 5. Era uno degli uomini più attesi, difatti lo aspettano: all’arrivo…
Zdenek STYBAR. 5. L’uomo del fango viene sommerso: da tutto.
L’EQUIPE. 2. Strano che il mondo dei social sempre pronto a fare le pulci a “La Gazzetta dello Sport” che si “dimentica” di dare la prima pagina al ciclismo, non si accorga che per la prima storica Parigi-Roubaix femminile non scriva un rigo (la Gazzetta, si). Strano, molto strano…