Ciao a tutti,
se nell'ultimo blog vi scrivevo sconsolata dopo aver dovuto fare i conti con il covid questa volta mi trovate su di giri. Di sicuro avrete seguito il campionato del mondo nelle Fiandre e vi sarete esaltati nell'applaudire una grande Italia, che è riuscita a finire in testa al medagliere iridato.
Fin da quando avevano presentato il percorso io puntavo a dare il mio contributo alla causa azzurra. Dopo la delusione di non essere stata convocata ai Giochi Olimpici di Tokyo2020 temevo che l'essere costretta a saltare le ultime gare avrebbe compromesso il mio avvicinamento al secondo grande obiettivo che mi ero prefissata per quest'anno, invece il CT Dino Salvoldi mi ha dato fiducia e con le mie compagne siamo riuscite a confezionare un piccolo grande capolavoro.
Non è da me farmi i complimenti da sola, ma sono proprio soddisfatta della mia prestazione e come squadra ci siamo mosse all'unisono portando la nostra leader nella posizione migliore per giocarsi la vittoria. È proprio vero che la maglia azzurra moltiplica le energie e ti fa lasciare in strada tutto quello che hai e anche di più. A me succede sempre quando ho la fortuna di indossarla. Sabato scorso avevo il compito di stare vicino ad Elisa Balsamo, di non far andar via una fuga con una olandese (a meno che si fosse trattato di un gruppetto in cui saremmo state in superiorità numerica o in pari numero con le orange ma con Bastianelli e Balsamo). Il circuitino finale sapevamo che era ottimo per le nostre caratteristiche e che per fare la volata all'ultima curva avremmo dovuto portare la nostra punta in quarta, quinta o sesta posizione perchè il rettilineo verso il traguardo era ancora molto lungo. Quando ai – 3km ho dovuto seguire Van Dijk e Niewadoma, sapevo che non avrei più avuto l'esplosività per essere l'ultimo vagone del treno, come era stato deciso, quindi mi sono scambiata di ruolo con Longo Borghini, e anche se in un ordine diverso da quello che avevamo pianificato, ho pilotato insieme alle altre azzurre Elisa al trionfo.
Il nostro abbraccio al traguardo, quel “te lo avevo detto” che le ho urlato in mondo visione mentre lei non smetteva di piangere, spiega bene il nostro affiatamento e quanto credevamo di poter battere le fortissime olandesi. Io ed Elisa siamo entrambe atlete delle Fiamme Oro, in passato abbiamo corso nella stessa squadra di club (la Valcar Travel&Service in cui lei milita tutt'ora, mentre io sapete corro per la Ceratizit WNT Pro Cycling), abbiamo condiviso tante americane e trasferte con la Nazionale su pista, per me è stato un orgoglio aiutarla a realizzare un sogno. Oltre che una professionista scrupolosa e di talento, è un'amica e sono sicura sarà una campionessa del mondo di cui essere fieri, la testimonial perfetta del ciclismo femminile.
Sabato prossimo sarà bellissimo trovarla in maglia iridata al via di una gara, che attendo da due anni e tutte noi aspettiamo da una vita: la prima Parigi-Roubaix femminile della storia.
Ho giusto qualche giorno per riprendere fiato e poi sarà di nuovo ora di “menare” le danze perchè l'Inferno del Nord ci aspetta.
Incrociate le dita per tutte noi e godetevi lo spettacolo.
MG