Quella che è andata in scena ieri a Spoleto non è stata la "solita" gara per Giovanissimi ma qualcosa di più. È stata la prima edizione del Memorial Francesco Cesarini, una prova dedicata al ricordo di un campione volato via troppo presto, ma i cui valori possono e devono essere trasmessi alle nuove generazioni.
Il perché di questa giornata, i sentimenti che hanno caratterizzato la manifestazione e l'emozione che i presenti hanno provato sono descritti in maniera perfetta in questa riflessione cuhe la figlia di Cesarini, Francesca, ha postato su Facebook e che vi proponiamo. Una riflessioen che non ha bisogno di ulteriori commenti.
Non avrei mai immaginato di dover dire Addio così presto alla persona più importante della mia vita. Arrendersi dinanzi alla realtà e ripartire da capo è molto difficile quando si perde la colonna portante della famiglia. E’ stato un padre e un marito onnipresente, era impensabile stare distanti per più di qualche ora. Il nostro punto di forza era la condivisione quotidiana, che non cadeva mai nella routine, ma al contrario incrementava il desiderio di fare ancora di più. Quando ho iniziato ad amare il ciclismo, per vedermi felice, mi accompagnava a vedere le tappe del giro d’Italia e della Tirreno Adriatico e nel 2019 dell’entusiasmante tour de France! Il mio cuore era colmo di gioia, qualche volta ho anche pianto segretamente, poiché attraverso i professionisti odierni potevo rivivere la sua carriera ed ero perfettamente in grado di immaginarlo pedalare “a tutta”, come diceva lui! Camminare al suo fianco era per me motivo di orgoglio, era un po’ come possedere un trofeo e avere la fortuna di esporlo tutti i giorni!
È stato il dilettante più forte al mondo, un corridore eccellente e un gregario indispensabile alla corte dei suoi capitani: cito Saronni, Fondriest, Chioccioli e Cipollini; gli dicevo sempre che il gregario è un ruolo eroico, perché da’ tutto se stesso per la squadra fino all’ultimo metro senza pretendere nulla in cambio; talento, impegno e sacrificio vengono svuotati di personalismi per un obiettivo comune e collettivo. È incredibile come gli insegnamenti che solo il ciclismo può dare, lui li abbia costantemente applicati in famiglia.
Ogni sua azione, ogni gesto, parola o decisone aveva un movente: rendermi/renderci felici. Questo ci insegna che correre in bicicletta non è semplicemente uno sport, ma molto altro! L’opportunità di far conoscere una personalità come la sua ai più giovani è oggi possibile grazie alle persone estremamente capaci che hanno realizzato questo evento curato nei minimi dettagli
Unione ciclistica Foligno e
BICI CLUB SPOLETO "Castellani Impianti" . Ripartire da qui dove tutto è iniziato, significa portare in auge la fase primordiale della carriera di Francesco e significa altresì trasmettere ai giovanissimi il messaggio, oggi più che mai indispensabile, che mediante il sacrificio, il duro allenamento, la passione, il rispetto si ha la possibilità di crescere e di raggiungere traguardi rilevanti. Grazie a voi organizzatori perché, soprattutto nel ciclismo si tende ad esaltare la vittoria o l’eternabile prestazione, oggi invece si è parlato della prima fase, del prologo della carriera sportiva, quando pochi ti conoscono, ma sei da solo con la tua bici a voler sfidare te stesso e i tuoi limiti, prima che gli altri. Il mio papà è stato un guerriero delle due ruote, un combattente nella vita, vinto solo dal peggiore dei nemici: La malattia. Prima di andarsene, consapevole della gravità del suo stato, ha fatto una richiesta ad alcune persone: “mi raccomando non lasciate sole Donatella e Francesca, noi eravamo una cosa sola e chicca è ancora una bimba, ha bisogno di me”.
Oggi ci siamo sentite un po’ meno sole! È stata una giornata meravigliosa, densa di emozioni e ricca di sorprese. Noi tre Vi ringraziamo dal profondo del cuore! So che il mio papà è felice.
Tutti i bambini (150 iscritti) sono stati semplicemente straordinari.
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