La nostra anticipazione ha fatto rumore, come era logico che fosse. Cassani torna a casa, e la macchina informativa si è messa in moto. «Sto prendendo ora l'aereo. Il motivo per il quale lascio Tokyo prima? Preferisco parlarne stasera quando torno». Lo dice all'ANSA il ct italiano del ciclismo, Davide Cassani, prima di imbarcarsi da Tokyo per il rientro in Italia. La sua posizione potrebbe essere in discussione dopo i risultati delle Olimpiadi nelle prove su strada, con un bronzo di Elisa Longo Borghini tra le donne e la delusione degli uomini sia nella gara in linea sia nella crono.
«Del futuro di Cassani ho parlato con lui nei giorni scorsi: voleva sapere subito cosa sarà, gli ho spiegato che è in programma un consiglio federale a fine agosto e le valutazioni e le scelte saranno fatti in quella occasione». Cordiano Dagnoni, presidente della federciclismo, al telefono con l'ANSA fa il punto sulle prospettive del ruolo di commissario tecnico azzurro della strada. «Conferme a Cassani - aggiunge - ora non gliele posso dare, comunque lui ha un contratto fino al 30 settembre che 'copre' anche i mondiali. E' stato fatto dalla precedente gestione federale, anche giustamente, per dare continuità tecnica. Ma è anche evidente che un Presidente da poco eletto abbia il diritto di farsi la sua squadra. Bugno? E' più di un amico, è un fratello. Nomi però ora non sono in condizione di farne. Una cosa però la voglio puntualizzare: Cassani è rientrato in Italia perchè le regole ai Giochi in tempo di pandemia dicono che, esaurito il suo compito, e le prove su strada sono finite, un tecnico deve rientrare a casa: fosse stato per noi, lo avremmo anche tenuto qui».