Una settantina di chilometri, lungo l’Adriatico, in Abruzzo, da Pescara a San Salvo. Fra terra e mare, terra e cielo. Fra scogli e spiagge, oasi e riserve, castelli e torri. A piedi o in bici.
E’ la Via verde dei trabocchi, un percorso ciclopedonale tracciato e protetto lungo la vecchia ferrovia dismessa. Lentamente, faticosamente, finalmente pronto. Quasi pronto. Fino allo scorso giugno c’erano ancora tre gallerie interrotte da lavori in corso: adesso sono state aperte e illuminate. Rimane ancora una parte impraticabile in zona Lago Dragoni per la superficie composta da ghiaia e sassi, con inevitabile ricorso alla SS16, la trafficata Statale adriatica. E rimane anche un’altra parte, ma invalicabile, quella del villaggio e del camping a Ripari di Giobbe, tra Francavilla e Ortona (tant’è vero che, ufficialmente, l’itinerario parte da Ortona). Però tutto il resto è una meraviglia da godersi a passi o a pedali.
I trabocchi sono quelle caratteristiche costruzioni in legno, a palafitta, sul mare, nate per la pesca e trasformate in ristoranti. Gabriele D’Annunzio li aveva descritti come “ragni colossali” e “macchine che parevano vivere di vita propria”. Da un trabocco all’altro (da Punta Cavalluccio a Punta Isolata, da Valle Grotta a Pesce Palombo), si snoda, si slancia, si collega il percorso ciclopedonale, piatto e facile, libero e invitante, da quattro stagioni. Il punto più spettacolare e commovente è la Riserva naturale regionale di Punta Aderci: qui il fondo stradale è sterrato ma compatto, e si abita nel silenzio, nella solitudine, nel rispetto (fauna e flora protetti).
C’è ancora molto da fare, almeno per avvicinarsi ai livelli pretesi dai cicloturisti, soprattutto quelli nordeuropei, più abituati alle vacanze a piedi e in bici e dunque più esigenti. A cominciare con la segnaletica che contraddistingua il percorso e che quantifichi i chilometri di distanza dai due luoghi più vicini. A continuare con la presenza delle ciclofficine, fisse o ambulanti, o semplici colonnine con gli attrezzi indispensabili per le riparazioni più urgenti. A facilitare con le convenzioni economiche per i frequentatori nel mangiare e bere, dormire e visitare, una specie di carta che unisca i punti dei trabocchi. E magari nell’organizzare una giornata aperta a tutti, volontari e associazioni e altri, in cui ripulire l’area dai rifiuti (se in auto non si notano, a piedi e in bici invece sì) che si accumulano, un po’ per maleducazione e inciviltà, un po’ per depositi invernali da mare e vento.
La Via verde dei trabocchi è un gioiello. Perfezionarla e valorizzarla (e magari collegarla anche ai percorsi a nord di Pescara) si trasformerebbe, per tutto l’Abruzzo, in un tesoro.
Per informazioni, https://viaverdedeitrabocchi.info e pagina Facebook Ciclabile Costa dei Trabocchi.
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