Anna Van Der Breggen è regina d'Italia per la quarta volta, la seconda consecutiva. Si è presentata al Giro d’Italia come favorita e non ha deluso le aspettative. Ha dominato completamente la corsa rosa prendendo la maglia di leader della generale il secondo giorno e portandola fino alla fine. Nove giorni intensi che la campionessa del mondo ha vissuto con il sorriso, ha dettato legge a prato nevoso e ha ribadito la sua forza rifilando minuti nella cronoscalata di Val Formazza. Un successo praticamente incontrastato anche nell’ultima tappa dove si è resa protagonista della fuga di giornata.
«È il quarto Giro che vinco, ma l’emozione è quella della prima volta - dice subito Anna Van Der Breggen a tuttobiciweb - penso che non mi sia mai capitato di portare la maglia rosa così a lungo. Sono stati nove giorni duri ma bellissimi. Ogni sera tornavo in hotel tardi per l’antidoping, ma sinceramente rifarei ogni singola cosa, rivivrei ogni emozione. Solo oggi ho sentito un attimo di stanchezza, era il caldo forse la necessità di finire, ho voluto concludere andando all’attacco, non era assolutamente programmato, in gruppo c’è stata una caduta e praticamente mi sono trovata davanti, Elizabeth Deignan, quarta nella generale ha cercato di creare il buco e io le sono andata dietro».
Il Team Sd Worx è stato uno dei segreti per la vittoria del Giro. Anna Van der Breggen si ritrova una squadra fenomenale e fortissima, le sue compagne Ashleigh Moolman Pasio e Demi Vollering sono andate ad occupare rispettivamente la seconda e la terza posizione nella generale scavando un margine incredibile con tutti le vversarie. Sul podio hanno festeggiato indossando una maglia rosa ciascuno e hanno concluso con un grande abbraccio. «Le ragazze se lo meritano, non è una vittoria mia, ma di tutte, senza la squadra non ci sarei mai riuscita» ci dice Anna mentre ci spiega il legame speciale con ciascuna delle sue compagne di squadra: Demi Vollering è la promessa del ciclismo, Ashleigh Moolman Pasio la ragazza che dopo tanti anni di corsa rosa si è regalata la vittoria, la piccola Niahm Fisher Black, l’instancabile scudiera Chantal Van der Broek Blaak e l’italianissima Elena Cecchini. Con la friulana la campionessa ha un legame speciale, soprattutto in questi giorni si è fatta raccontare tanto sul nostro territorio e sui luoghi che attraversavano. Tra i tanti racconti anche quello di Silvia, la ragazza investita in allenamento, Anna ha incontrato sua mamma qualche giorno fa a Mortegliano un momento emozionante «È stato un momento toccante, mi sono commossa.» dice, mentre lancia l’ennesimo appello sulla strada, rispetto ai ciclisti che vivono nel pericolo tutti i giorni, tra il traffico e gli automobilisti maleducati, «Dobbiamo dare rispetto ma anche riceverlo, siamo sulla strada come tutti gli altri».
Alla partenza di Cuneo la campionessa del mondo ci aveva raccontato il modo con cui avrebbe affrontato il suo ultimo Giro: con naturalezza e tranquillità assoluta, ci avrebbe provato e se non fosse andata avrebbe avuto la consapevolezza di aver dato tutto. Ora che però lo scettro è ritornato nelle sue mani Anna si lascia andare finalmente all’esultanza. È strano pensare che sarà la sua ultima volta, si può essere tifosi o no, ma quando un campione lascia l’amarezza è garantita. Anna Van Der Breggen non ha mai nascosto il suo amore per l’Italia e soprattutto per la corsa rosa, l’unica competizione a tappe così dura ed importante. «È strano dire che sia l’ultimo Giro, ho preso questa decisione tanto tempo fa e non ritornerò più indietro - ci dice Anna prima di salutarci - il mio è un addio, ma non un arrivederci. Sicuramente ci ritornerò anche se sarà un po’ diverso, non sarò più atleta ma direttore sportivo, forse già l’anno prossimo o chissà, spero di poter dare dei bei consigli alle mie future atlete; prima però devo studiare tanto e spero di concludere la mia carriera con una bella vittoria olimpica. »
La campionessa del mondo passerà qualche giorno di scarico a casa, resetterà la mente prima di partire per Tokyo, solo allora inizierà a pensare alla battaglia finale della sua carriera.
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