Emma Jorgenson in soli due giorni ci ha fatto capire che ama divertirsi e soprattutto sorridere. Ieri sul traguardo di Carugate aveva fatto seconda dietro la coetanea Lorena Wiebes, ma dopo la delusione iniziale si era lasciata andare ad una soddisfazione incredibile. A Colico si è presa il bottino pieno andando prendersi una meritatissima vittoria di tappa sprintando a gruppo compatto dopo 155 km di gara.
Potremmo dire che si tratti di una specie di rivincita nei confronti del team dsm che dopo averla battuta ieri ha dovuto accontentarsi della seconda piazza. Emma piace definirla così la sua vittoria inaspettata alla corsa rosa resa possibile anche grazie allo strepitoso lavoro delle sue compagne del team Movistar. «Oggi era una tappa difficile da interpretare, questa mattina molte squadre erano convinte che potesse arrivare un gruppo ristretto, mentre noi abbiamo subito puntato sulla volata finale - ci spiega Emma Jorgenson -. I primi chilometri di gara sono stati parecchio nervosi, noi per prime abbiamo voluto chiudere e viaggiare a gruppo compatto, poi quando è partita la fuga a due abbiamo dato man forte per recuperare. Le mie compagne hanno fatto un lavoro incredibile, senza dI loro non sarei mai riuscita a vincere».
La portacolori del team Movistar è completamente su di giri per la sua vittoria, giunta alla seconda partecipazione alla cora rosa, mai si sarebbe aspettata di raggiungere un tale successo. Fino a qualche mese seguiva le grandi campionesse da lontano, tifava per gente come Marianne Vos che ora improvvisamente si è ritrovata a battere dopo una corsa scatenata. «Quello che è successo oggi è pazzesco e penso che mi ci vorrà un po’ per capire cosa ho combinato, Battere Marianne Vos? Ma chi ci crede? Lei per me è praticamente una leggenda, è già un onore correrle accanto, arrivare prima di lei in volata mi sembrava impensabile».
Emma ci spiega come, tagliato il traguardo, le sia improvvisamente venuta alla mente l’emozione di arrivare alla corsa rosa per la prima volta. Era lo scorso ottobre e la danese poteva per la prima volta toccare per mano quella gara a tappe che aveva solo sentito raccontare. Fino a qualche stagione fa era solo il sogno di una ragazzina che amava andare in bicicletta, poi improvvisamente è diventata una realtà bellissima. Quando aveva iniziato a pedalare era scatenata «mi dicevano che ero una peperina, ho fatto anche un sacco di tatuaggi che mi porto dietro e di cui ancora mi chiedo il significato» ci racconta Emma che oggi ha messo per così dire la testa a posto e pensa solo a vincere.
Il prossimo appuntamento con lo sprint dovrebbe essere tra due giorni con l’arrivo a Mortegliano. «Domani è un po’ troppa dura per me, ci sono vari sali e scendi, non il mio terreno ideale - ci spiega infine Emma - però potrebbe però essere un’altra bella giornata per il team Movistar, lavoreremo tutte per Katrine Alerud che è molto forte quando la strada inizia a salire».
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