Nella classifica dominata da Tadej Pogačar, il migliore dei nostri italiani è Mattia Cattaneo, il ragazzo della Deceuninck-Quick Step venuto al Tour per aiutare i suoi capitani e che oggi si ritrova ad essere un uomo di classifica, dopo aver conquistato il secondo posto in una tappa veramente difficile come quella di Tignes.
Mattia è stato bravo questa settimana, ha aiutato Alaphilippe a vincere la sua tappa e a conquistare la maglia gialla e poi ha aiutato Mark Cavendish a vincere due tappe. Arrivato nel team belga nel 2020, Mattia ha dimostrato di saper fare gioco di squadra e tra i ricordi più belli che porterà con sé c’è proprio la vittoria di Cavendish, il corridore britannico con il quale divide la stanza qui al Tour. «Un secondo posto è un piazzamento e non una vittoria. Per alcuni corridori un secondo posto può essere visto anche come una sconfitta, ma per me aver ottenuto questo piazzamento al Tour de France in una tappa così difficile, vuol dire aver fatto veramente tanto».
La tappa di domenica, tra le nove che si sono corse fino ad oggi al Tour, è sicuramente stata la più difficile, con salite impegnative, il freddo e la pioggia. Mattia Cattaneo però è riuscito a resistere e nel finale, quando in molti si sono arresi, lui ha saputo reagire conquistando il secondo posto alle spalle di O’Connor e andando avanti nella classifica generale.
«Onestamente quando sono venuto al Tour il mio ruolo era quello di aiutare Alaphilippe e Cavendish, non avrei mai immaginato di diventare il migliore degli italiani nella classifica generale. In squadra ancora non abbiamo ancora parlato di come potrebbe cambiare il mio ruolo adesso. Ho avuto fortuna e sono riuscito a trovarmi nelle situazioni giuste e a saperle sfruttare. Continuerò a dare il mio meglio per la squadra e anche per me».
Adesso Mattia deve difendere il suo dodicesimo posto in classifica generale, un ottimo piazzamento considerando che mancano ancora due settimane alla fine del Tour. «Sono in una posizione importante ma voglio correre giorno dopo giorno e adesso, cercherò di risparmiarmi nelle fughe. Non devo fossilizzarmi sul fare classifica, perché in un grande giro le situazioni possono cambiare all’improvviso e voglio cercare di guadagnare del tempo tappa dopo tappa. Svolgerò il mio lavoro e non tirerò la corsa a 15 km dal traguardo, ma cercherò di risparmiare energie».
Cattaneo nella sua strategia di corsa fa anche un discorso di sicurezza perché in questa prima settimana di Tour abbiamo visto tante cadute e molti corridori di classifica sono stati costretti ad abbandonare la corsa. «Adesso dovrò essere più attento ed evitare situazioni di pericolo, anche quando ci sarà una volata: quando ci sarà la neutralizzazione del tempo a tre km dalla fine, io mi sposterò per evitare cadute».
Mattia Cattaneo corre per la Deceuninck-Quick Step, una delle squadre più forti del World Tour e per lui vestire questa maglia, ha un significato importante. «La nostra è una squadra veramente forte, se guardiamo negli ultimi anni hanno vinto praticamente tutte le corse più importanti. Far parte di questa squadra vuol dire appatenere ad una grande famiglia, nella quale ognuno ha un ruolo importante, non a caso ci chiamiamo il branco di lupi».
Mattia in questo Tour condivide la camera con Mark Cavendish, un corridore straordinario, che gli sta insegnando veramente tante cose. «La prima tappa vinta da Mark, penso che sarà il ricordo più bello di questo Tour. Tutti noi sapevamo quanto fossero stati difficili gli ultimi anni per lui e questa vittoria lo ha ripagato di tante sofferenze, ma allo stesso tempo ci ha reso tutti orgogliosi. Mark è un vero campione non solo come corridore, ma anche come uomo, ha una sensibilità e una profondità straordinarie. Quando lui ha vinto per noi è stato un momento veramente indimenticabile».
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