Il colombiano Nairo Quintana e la sua Arkéa-Samsic oggi si sono ripresi una rivincita sul Tour de France. Dopo il finale dello scorso anno, in cui erano state sollevate accuse di doping su Quintana e il fratello, il Condor ha voluto mettere un punto su quel passato. Prove contro di lui non sono mai arrivate e oggi si è impadronito della maglia di miglior scalatore, quella bianca a pois rossi, uno dei simboli più famosi di questa corsa.
Lo scalatore dell’Arkéa-Samsic è stato uno dei grandi protagonisti di questa nona tappa e quella maglia così iconica oggi lo ha ripagato di tanti momenti difficili. «Sono contento perché abbiamo fatto la nostra gara. Fare la classifica generale al Tour quest'anno era troppo difficile per noi con i distacchi che ci sono stati. Preferiamo concentrarci sulla classifica della montagna, cercando di ottenere punti e arrivare a Parigi come miglior scalatore».
Questo Tour de France è dominato da un solo corridore, Tadej Pogacar, il ventiduenne sloveno che già lo scorso anno aveva vinto la corsa gialla e che quest’anno è già al comando della classifica generale con un vantaggio importante su tutti i suoi avversari. «Sarebbe bello poter conquistare anche una tappa con Warren e Nacer negli sprint, intanto oggi abbiamo lavorato bene, portando a casa la maglia a pois. Noi siamo molto felici per quello che abbiamo fatto e per come lo abbiamo fatto. Ho avuto una voglia matta in fondo all'ultima salita di andare a prendere la tappa, ma ho consumato molta forza durante la corsa e ho dovuto abbandonare questa idea. Alla fine della giornata ero praticamente morto».
Quintana oggi aveva trovato un aiuto importante, quello del connazionale Sergio Higuita, con il quale ha portato avanti la fuga. Avevano trovato il giusto accordo tra colombiani e l’intento era quello di fare la corsa insieme, aiutandosi a vicenda. «Era oggi una tappa che andava bene a entrambi ma alla fine eravamo davvero senza energie. Il pubblico mi ha incoraggiato veramente molto, ci sono sempre tanti colombiani lungo la strada a rendere questa corsa ancora più bella. Tutto questo ci dà molta energia e ci sostiene davvero. Per noi è molto importante averli al Tour e quello che facciamo in corsa è importante anche per loro».
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