Anche se il ciclismo e la storia europea sono sempre andate di paripasso (molto di più agli inizi del “900), è difficile leggere un volume che, prendendo come spunto le vicende professionali di un giornalista/organizzatore/dirigente illuminato, riesca a elaborare mirabilmente il tutto senza privilegiare l’uno o l’altro aspetto. E’ difficile anche che un uomo di redazione, purtroppo deceduto in giovane età, possa essere artefice, più che testimone, di un era storica votata al mezzo meccanico, al progresso e soprattutto al motorismo del nascente volo aereo.
Ma andiamo con ordine. Tullo Morgagni, forlivese classe 1881, prima della fine dell’800, raggiunge il padre, assicuratore, in quel di Milano che vantava già il titolo di capitale economica e tecnologica dell’Italia liberale. Nato in una famiglia ad impronta mazziniano/repubblicana, entra “attor giovane” al quotidiano L’Italia del Popolo dove si segnala per la sua intraprendenza. La data per lui importante è il 5 giugno 1904 quando, sempre a Milano, sale, sull’aerostato del Capitano Brunner per un breve giro. Librato nell’aria, oltre ad aver riportato emozionanti sensazioni che segneranno la sua carriera, ha la fortuna di volare insieme ad Eugenio Costamagna, il quale, l’anno dopo, lo “ingaggia” alla Gazzetta dello Sport.
Da questa data un poi si verificano significativi e drammatici eventi sportivi che il libro di Guzzo registra con una puntualità di documenti e virgolettati che lasciano intendere l’imponente lavoro di ricerca su tutto ciò che fu stampato nei primi 4 lustri del XX secolo. Guzzo ha avuto anche la fortuna di poter accedere ai fondi documentari di Morgagni e ne fa buon uso raccontandoci come” in principio” era la pista…. E le piste erano dovunque fosse possibile girare attorno. Poi qualcuno capì che era possibile collegare, con le due ruote di allora, città lontane centinaia di chilometri e si cominciò a parlare di strada. Il libro ci illustra (e il temine non è errato perchè la parte iconografica è oltremodo rappresentata) la nascita delle grandi corse “marchiate Gazzetta”, la polemica col barone Vincenzo Florio per il Giro di Sicilia, i successi e gli insuccessi delle prime edizioni del Giro d’Italia.
Il 15 aprile 1913 nasce, grazie a Tullo, una pubblicazione quindicinale che farà scuola: In occasione della Milano Sanremo fa il suo esordio “ lo Sport Illustrato”, un periodico che racconterà a generazioni di tifosi lo sport in immagini. Con questa pubblicazione si assiste ad un maggiore interesse verso il motore su terra mare e aria con un occhio di riguardo all’aviazione, pratica sportiva e militare che cresce in maniera esponenziale. Allo scoppiare della Grande guerra perfino le copertine di molti periodici sportivi cambiano e supportano le imprese belliche: così lo “Sport Illustrato” diventa lo “Sport Illustrato e la Guerra” e la “Stampa Sportiva” diventa “l’Illustrazione della Guerra e la Stampa Sportiva”.
Ormai la strada è aperta e l’attenzione verso il volo si sublima con l’eroismo di Francesco Baracca e con l’impresa del Volo su Vienna di dannunziana e romantica concezione. Morgagni ha però in testa un’idea fissa ed ossessiva: capitalizzare l’enorme sviluppo tecnologico e conoscitivo maturato nell’aeronautica militare, verso la “costruzione” della aviazione civile e commerciale moderna. Nasce sotto la sua direzione “Il Cielo”, rivista di aviazione e di autolocomozione. Ma quella che doveva essere il futuro di Morgagni diventa la sua tomba. Il 2 agosto 1919, un bombardiere adattato a trasporto passeggeri e pilotato da Luigi Ridolfi, ufficiale dalla grande esperienza, imbarca 12 passeggeri tra cui Morgagni per un volo dimostrativo Milano Venezia portato a termine in meno di mezz’ora. Tullo stava "sposando" a gran voce la nascita dei voli passeggeri di linea.
A Venezia, per il ritorno, viene imbarcato un ulteriore passeggero ma la carlinga, che non riconosce il numero 13 come iettatore ma sa benissimo quanto siano importanti per la statica e la meccanica del mezzo un’ottantina di chili in più, cede di schianto e i passeggeri precipitano senza scampo nei pressi del lago di Garda. Il disastro di Verona rallentò di una decina d’anni ogni ambizioso progetto di “volo per tutti” e l’aviazione civile subirà un importante ripensamento.
Il nome di Morgagni resta legato al Giro d’Italia, all’aviazione, alla modernità e alla fiducia nell’audacia e nel futuro e l’ottimo lavoro di Domenico Guzzo ci racconta quegli anni pieni di guerra, contraddizioni e ottimismo.
DOMENICO GUZZO
Tullo Morgagni, il giornalista che inventò il Giro d'Italia
leg edizioni - Gorizia - 20,00 euro
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