M come Merlier. Nel senso di Tim, vincitore della seconda tappa a Novara. Ha un nome da operatore di telefonia: visto che in Belgio ci sono anche Base, Proximus e Mobistar, gli è andata di lusso. E’ riconoscibile per il colore dei capelli, giallo paglia: non c’entra lo sponsor, produttore di shampoo, è così dalla nascita. Ha scelto di fare il velocista perché nel suo Paese gli altri settori erano già occupati: nelle classiche c’era già Gilbert, nelle corse a tappe Van Avermaet, nel cross Van Aert, nel ciclismo femminile la sua fidanzata Cameron Vandenbroucke. E’ riuscito a fare centro al primo sprint perché il suo ds gli ha suggerito di partire prima della curva: viste quante ce n’erano nel chilometro finale, è stato bravo anche a non confondersi. Ha mostrato di saper ascoltare (Timpano), avere scelta di tempo (Timing), personalità (Timbro) e di non avere ciò che frena un velocista (Timore). Così ha potuto festeggiare la vittoria più bella di undici conquistate in un paio di stagioni da pro: a cena ha versato personalmente lo champagne ai compagni, presentandosi in versione somMerlier. Era il minimo per un gruppo che, in assenza del suo amicone e leader Van der Poel, qui corre per lui, dimostrando cos’è una squadra: un vero Tim.
P come Pozzovivo. Nel senso di Domenico, scalatore. Uno dei più vecchi in Giro: a novembre saranno 39, per lui un rapporto da salita. E’ il classico corridore da tappe: ogni riferimento alla statura è puramente casuale. Anche perché, dei 14 Giri che ha corso, ne ha conclusi dieci, tutti nei primi venti: si è sempre dimostrato all’altezza. Quando gli è andata male, l’ha presa con filosofia: non è sempre Domenico. Lo scorso anno, reduce da un grave incidente, ha portato a termine la corsa nonostante piastre e viti: quando gliele hanno tolte, ha aperto una ferramenta. E’ bravo a leggere il meteo: quando gli dicono che ha la testa fra le nuvole, se ne vanta. E’ bravo a suonare, gli strumenti musicali non il clacson: se gli dici pianoforte non pensa alla velocità in bici. E’ bravo in borsa: se si parla di azioni in rialzo non pensa a una fuga in montagna. Non si presenta mai in versione smodata (Rozzovivo), né sovrappeso (Tozzovivo) e tantomeno con la divisa imbrattata (Sozzovivo), è disponibile a sacrificarsi per la squadra (Mozzovivo), anche quando è reduce da cadute (Bozzovivo). Alla sua bella età è ancora davanti, anche perché lo vedi solo lì. Ovviamente ha l’obiettivo di vestirsi di rosa: di poter vincere un Giro a 38 anni suonati può crederlo soltanto un Pozzo.
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