«Non posso fare proclami, ma sono felice di esserci». Vincenzo Nibali è al via del Giro d'Italia 104 e, visto il recente infortunio, è già una notizia. Sabato lo Squalo partirà da Torino come capitano della Trek-Segafredo, ma affronterà la corsa rosa “libero” e un giorno alla volta, scortato da compagni in forma e compatti al suo fianco.
«Non so dirvi com'è la mia condizione, ma è importante per me esserci. È stato un periodo tribolato, sono rimasto fermo 10 giorni. Ritornato dal Teide mi ero concesso un paio di giorni di scarico in vista del Tour of the Alps, poi c'è stata la caduta in allenamento che ha scombussolato tutto. Piano piano sono risalito in bici e solo lunedì scorso dopo la visita di controllo ho sciolto le riserve visto che la frattura è in fase di guarigione. Non posso fare grandi proclami, nemmeno nella mia testa» ammette Vincenzo nella conferenza stampa che precede la presentazione dei team di questa sera.
«Ora non provo dolore, o meglio dipende molto dal tempo. La meteoropatia conta, alcuni giorni il fastidio è completamente assente, altri si fa sentire. Oggi a 3 settimane dall'incidente il polso sta bene e giorno dopo giorno va meglio. Abbiamo accelerato tanto i tempi, devo ringraziare le numerose persone e i centri specializzati che mi hanno aiutato in questa rincorsa. La prima settimana di corsa sarà un test, poi faremo il punto, mi sottoporrò ad altri esami di controllo e con lo staff medico della squadra valuteremo il da farsi».
Come correrà lo Squalo per proteggere il punto dolente? «Abbiamo provato diverse soluzioni, alla fine penso metteremo un nastro più morbido al manubrio e opteremo per qualche atmosfera in meno alle gomme. Non userò un tutore, al massimo indosserò una fasciatura. Non ho problemi a tenere le mani nè alte né basse, neppure ad alzarmi sui pedali. Le vibrazioni non le avverto, ma le buche certo sarà meglio evitarle. Le regioni che ospitano il Giro di solito asfaltano le strade di nuovo o comunque operano per migliorarle in vista del nostro passaggio oltre che per l'uso cittadino, questo mi conforta».
Dopo essere finito a terra ai mondiali, alle Olimpiadi, al Tour e a ridosso del Giro, che ha già fatto suo nel 2013 e 2016, Vincenzo saprà ribaltare la sorte a suo favore e lottare ancora una volta per la maglia rosa? «Non credo nella sfortuna, il caso ha fatto la sua parte nella mia carriera, ma non direi di essere in credito. Chissà... Nel dubbio, crepi il lupo!».
Una alternativa a Nibali, almeno nelle speranze dei tifosi italiani, potrebbe essere Giulio Ciccone. L'abruzzese promette fedeltà al capitano designato e assicura di avere sensazioni simili al 2019 quando vinse a Ponte di Legno e conquistò la classifica riservata agli scalatori: «Dopo la Volta a Catalunya ho avuto un problema al tendine del ginocchio, per fortuna risolto in fretta. Ho lavorato bene, sono stato in ritiro in altura e penso di aver raggiunto l'obiettivo di presentarmi a Torino nella migliore condizione possibile. Nel corso della prima settimana capirò effettivamente come sto, ci aspettano due arrivi in salita che sveleranno chi potrà giocarsi la generale e chi invece sarà già tagliato fuori. Io parto come jolly, ma non c'è nulla di scritto e definito. Terrò duro per non perdere terreno nella prima settimana, poi in base a come starà Vincenzo vedremo come comportarci. Se ci sarà da dargli una mano ovviamente lo farò. Questo era il piano fin dall'inizio. Non ho mai curato la classifica, la priorità per me è una tappa, ma vedremo giorno dopo giorno come si svilupperà la corsa. Senz'altro come Trek-Segafredo abbiamo diverse carte da giocarci, oltre a Vincenzo, Bauke e il sottoscritto non dimenticatevi Brambilla. Animeremo la corsa».
Stesso discorso per Bauke Mollema, tra i più esperti in gruppo. «La forma di Vincenzo è incerta, questa mattina abbiamo pedalato insieme per 3 ore, io sono convinto che sia a un buon livello anche se non ha avuto l'avvicinamento ideale. I primi giorni li affronteremo “easy” - conferma l'olandese. - Io non mi concentrerò sulla classifica, sarò d'appoggio a Vincenzo e proverò ad andare in fuga. Non ho ancora guardato il Garibaldi, ogni tappa a me adatta ci proverò. La 11 con le strade bianche o una della durissima ultima settimana potrebbe fare al caso mio. Amo questa corsa, sarà complicata come sempre. Ci regalerà tante occasioni e cercheremo di coglierne il più possibile».